La Storia, scritta dal Tottenham

Esiste una cosa, in Inghilterra, chiamata The Double: è il titolo – che potremmo definire onorifico – assegnato alla squadra che, in un’unica stagione, riesce a vincere sia il campionato che la FA Cup. E, per un lungo periodo, è stato ritenuto qualcosa di quasi impossibile, un’impresa confinata ad appena due casi risalenti entrambi all’Ottocento: il Preston North End del 1889 e l’Aston Villa del 1897. Finché non arrivò il Tottenham di Bill Nicholson.

Nicholson non era un allenatore qualsiasi: il suo arrivo in panchina, subito dopo i Mondiali del 1958 a cui aveva preso parte come assistente nell’Inghilterra, era stato accolto con grande favore dai tifosi del Tottenham, club di cui era stato una delle bandiere negli anni Cinquanta. All’epoca, giocava mezzala ed era un elemento prezioso nel push and run ideato da Arthur Rowe, tecnico protagonista della promozione in First Division nel 1950 e dell’inatteso scudetto conquistato l’anno successivo. La strategia di Rowe – che si basava su quello che oggi chiameremmo uno-due, una rapida triangolazione tra due compagni di squadra per eludere la marcatura avversaria – era un lascito del passing game dello scozzese Peter McWilliams, allenatore degli Spurs fino al 1942, negli anni bui della Second Division, e contribuì in maniera determinante a imporre il Tottenham dei primi anni Cinquanta come una delle squadre più innovative d’Inghilterra dal punto di vista tattico, preferendo i passaggi al dribbling tipico del calcio inglese, il fraseggio all’uno contro uno. Allievo di McWilliams e, in parte, anche di Rowe fu pure Vic Buckingham, che sarebbe divenuto allenatore dell’Ajax e tra i teorizzatori del totaalvoetbal.

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Il Tottenham del Double del 1961.

Il 29 aprile 1961, il Tottenham Hostpur vinceva il suo secondo campionato, e lo faceva in grande stile: in testa dall’inizio alla fine; undici vittorie nelle prime undici partite, e imbattuti fino alla diciassettesima; eguagliato il record di punti (66) del mitico Arsenal di Chapman del 1931; miglior attacco del torneo con 115 reti segnate, di cui 32 dal centravanti Bobby Smith, 26 dalla mezzala Les Allen, e 20 dall’ala destra Cliff Jones. E ovviamente la FA Cup, ottenuta superando per 2-0 il Leicester. Nel gennaio successivo, per tenere alto il livello della squadra e dare l’assalto alla Coppa dei Campioni, in cui nessun club britannico era mai andato oltre le semifinali, la società sborsò la cifra record di 100mila sterline per l’attaccante Jimmy Greaves, all’epoca uno dei più formidabili terminali offensivi del mondo.

Greaves, sebbene avesse appena ventuno anni, aveva già messo a segno 124 reti in First Division con la maglia del Chelsea, ma la squadra era rimasta sempre lontana dalla vetta della classifica. Così, aveva optato per un clamoroso trasferimento all’estero, nel Milan di Nereo Rocco: non legò mai con l’allenatore, ma lo fece con la porta, segnando 9 reti in 10 partite di Serie A; poi, il rapporto con il Paròn si disintegrò, Greaves finì fuori squadra e non vide più il campo fino a che, con l’anno nuovo, non fece ritorno a Londra. Quando lasciò gli Spurs, nel 1970, aveva realizzato 267 gol in bianco-blu, era arrivato fino al terzo posto nella classifica del Pallone d’Oro 1963, aveva vinto un Mondiale e chiuso al terzo posto agli Europei del 1968.

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Jimmy Greaves detiene il record di gol con la maglia del Tottenham (266) e di gol nel calcio professionistico inglese (357), oltre ad essere il quarto maggior realizzatore della storia della nazionale con 44 reti.

Alla sua prima stagione al Tottenham, Jimmy Greaves si era integrato alla perfezione negli schemi d’attacco di Bill Nicholson, e gli Spurs avevano sfiorato una storica tripletta: avevano vinto il Charity Shield, si erano confermati in FA Cup, avevano concluso terzi in First Division a quattro punti dalla sorpresa Ipswich Town, e raggiunto la semifinale di Coppa dei Campioni. Non era destino che fosse il Tottenham la prima britannica a salire sul tetto d’Europa, che a un passo dalla gloria s’era trovato contro il fortissimo Benfica di Eusebio, campione in carica, finendo eliminato per un solo gol di scarto. Per la cronaca, l’Ipswich era allenato da un altro ex-Tottenham, Alf Ramsey, che qualche anno dopo sarebbe divenuto tecnico dell’Inghilterra e l’avrebbe condotta al titolo mondiale del 1966.

Nicholson e i suoi ragazzi, però, puntavano ad altri record. L’anno seguente, dopo aver rivinto il Charity Shield e chiuso il campionato subito dietro l’Everton, il Tottenham inaugurò una nuova campagna europea – stavolta nella Coppa delle Coppe – schiantando i rivali scozzesi dei Rangers. Qualche mese più tardi, Greaves trascinava con una doppietta gli Spurs ad una rotonda vittoria per 5-1 sull’Atletico Madrid campione in carica nella finale del torneo: il Tottenham diventava la prima squadra britannica a vincere una competizione europea. Nel 1967, il Celtic Glasgow portava infine la Coppa dei Campioni nel Regno Unito per la prima volta.

Il ciclo del Grande Tottenham degli anni Sessanta giungeva alla fine con l’addio della stella Danny Blanchflower, nel 1964. Il regista nordirlandese era già considerato sul viale del tramonto quando Bill Nicholson si sedette sulla panchina del club, ma il nuovo tecnico era riuscito nell’impresa di rivitalizzarlo, rendendolo il perno del suo nuovo progetto tattico: l’anno del Double, a 35 anni compiuti, Blanchflower veniva premiato come calciatore dell’anno del campionato inglese, una cosa che nessuno credeva possibile. Nessuno ha incarnato il Tottenham più di lui.

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Nel 2009, il Times ha eletto Danny Blanchflower miglior giocatore della storia del Tottenham.

Chi, invece, non ne voleva proprio sapere di dire basta era proprio Nicholson: sarebbe rimasto lì fino al 1974, raggiunta l’età relativamente giovane di 55 anni, e decise che non avrebbe mai più allenato nessun altro club. “Non avevo più nulla da offrire” disse in seguito, per spiegare le sue improvvise dimissioni, dopo un difficile inizio in campionato. Era sempre stato un uomo schivo e taciturno, molto riservato, per cui contava solo il calcio e non tutto quello che ci stava attorno. Avrebbe voluto che fosse Blanchfolower a sostituirlo, ma la dirigenza non prese bene la sua decisione, lo liquidò con una buonuscita da 10mila sterline e chiamò in panchina Terry Neill dell’Hull City, che traghettò la squadra fino alla finale di Coppa UEFA. La stagione successiva, il Tottenham sfiorò la retrocessione, per poi ottenerla nel 1977.

Ad ogni modo, Bill Nicholson e i suoi ragazzi chiuserò la propria personale bacheca sul muro della storia con tanti bei momenti indimenticabili. E i record, ovviamente. L’ultimo, era stato stabilito un po’ a sorpresa, nel 1972: l’anno prima era stata istituita una terza competizione europea, la Coppa UEFA, a cui il Tottenham aveva avuto diritto a partecipare in virtù del terzo posto ottenuto nella precedente annata di First Division. La finale – raggiunta dopo un’estenuante cavalcata di dieci partite in giro per l’Europa, dall’Islanda alla Romania – era già storia da sola: Wolverhampton – Tottenham, la prima finale tutta inglese di un torneo internazionale, la prima con due squadre della stessa nazione. Nella squadra di Nicholson non era rimasto più nessuno del ciclo degli anni Sessanta, ma i nuovi nomi non sfiguravano certo al confronto: Pat Jennings, Martin Chivers, Alan Gilzean…

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Bill Nicholson con i suoi trofei: ha trascorso 33 anni al Tottenham, tra campo e panchina.

Il 17 maggio 1972, il Tottenham bloccava sull’1-1 il Wolverhampton, difendendo la vittoria in trasferta dell’andata, ipotecata da una doppietta di Chivers, e diventava la prima squadra a vincere la Coppa UEFA. Sotto la guida di Nicholson, gli Spurs raggiunsero ancora la semifinale del torneo l’anno seguente; lo rivinsero, invece, solo nel 1984, con Keith Bunrkinshaw in panchina – l’uomo che nel 1978 aveva riportato in Tottenham in First Division – e in campo Steve Perryman, veterano dalla coppa del 1972, e il bomber Steve Archibald. È stato l’ultimo titolo internazionale della storia del Tottenham. Finora.

 

Fonti

CAROTENUTO Angelo, Storia di Bill Nicholson, l’uomo che Garcia non è riuscito a battere, La Repubblica

MOORE Glenn, 1962 European Cup: The ‘sliding doors’ match when Tottenham fell just short of glory, The Indipendent

Nicholson Bill: Mister Tottenham, Storie di Calcio

RAVAGLIA Stefano, Spurs contro Wolves, 1972: la prima finale di UEFA è tutta inglese, Passion Premier

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