Una serata d’estate insolita, quella del 12 agosto 1998 all’Olympiastadion di Monaco di Baviera: il Bayern affronta una misconosciuta formazione jugoslava che risulta essere, però, la detentrice del titolo nazionale. Si chiama FK Obilić e ha sede nell’elegante quartiere di Vračar, nel centro di Belgrado. Fino al 1994, quando ha ottenuto la sua prima storica promozione nella massima serie, nemmeno in Jugoslavia era molto nota, se non fosse per il suo nome piuttosto altisonante, che si rifà a quello di Miloš Obilić, un eroe nazionale che nella celebre battaglia di Kosovo Polje del 1389 uccise il sultano Murad I. Ma, al momento della trasferta in Germania, l’Obilić si è fatto una fama sinistra nel suo paese d’origine: tutti sanno che l’uomo che possiede il club è un ex criminale di guerra di nome Željko Ražnatović, divenuto famoso con il nome di battaglia di Arkan.
Continua a leggere “FK Obilić: romanzo criminale della squadra di Arkan”Categoria: Squadre
Quando l’URSS giocò contro il Cile di Pinochet
In questo titolo c’è un errore, ci deve essere: nel 1973, l’Unione Sovietica si rifiutò di giocare contro il Cile, dopo il golpe fascista di Pinochet. È una cosa che sanno tutti. Purtroppo, di “eroi politici”, nel calcio, ce ne sono sempre stati davvero pochi, e l’URSS del 1973 non è tra questi. La storia del boicottaggio sovietico del playoff mondiale è molto nota, ma viene quasi sempre raccontata a metà e in maniera piuttosto superficiale. Tutti ricordano la partita fantasma di Santiago, a cui la squadra socialista non si presentò, ma raramente si parla della gara di andata, disputata pochi giorni dopo il golpe e alla quale l’URSS non si sottrasse minimamente. Così come, per la verità, non avrebbe voluto nemmeno evitare la partita di ritorno, se solo la FIFA avesse accettato le sue condizioni. Questa è una di quelle storie di cui c’è poco di cui essere fieri.
Continua a leggere “Quando l’URSS giocò contro il Cile di Pinochet”Quando il calcio ha escluso la Russia
L’esclusione della Russia dal calcio internazionale, a seguito dell’invasione dell’Ucraina, ha rappresentato un caso molto particolare e discusso (anche se non l’unico: era già avvenuto nel 1976 col Sudafrica, e nel 1992 con la Jugoslavia). Oggi, se ne parla soprattutto in relazione alla mancata azione della FIFA e della UEFA contro Israele, sotto accusa per il genocidio in Palestina ma non ancora sospeso dalle competizioni internazionali, nonostante le molte proteste. Così, il caso della Russia viene spesso citato come simbolo del doppio standard delle istituzioni del calcio verso Israele, anche se spesso sembra che pochi ricordino come si arrivò alla decisione di estromettere le squadre russe dai tornei. A un’analisi più attenta di quei giorni, si scopre infatti che il percorso che condusse a quella soluzione fu ben più tortuoso rispetto a quanto molti ricordano, e furono le pressioni di importanti federazioni europee a forzare la mano alla FIFA e alla UEFA.
Continua a leggere “Quando il calcio ha escluso la Russia”La Juventus e la rivoluzione
La storia è la seguente. È un lunedì mattina di grande fermento, a Botteghe Oscure, la sede del Partito Comunista Italiano a Roma. Si dev’essere probabilmente da qualche parte tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio degli anni Cinquanta, ma nessuno ha mai riportato alcuna data. A tenere banco è un infervorato Pietro Secchia, il responsabile della propaganda del partito e uno degli esponenti comunisti più radicali. Secchia ha un programma politico ben preciso: il PCI deve innanzitutto organizzare una rivoluzione, se necessario anche armata, per rovesciare il governo conservatore filo-americano e imporre al potere il socialismo di stampo sovietico. Tutti, nel partito, conoscono le sue posizioni, anche se gran parte del PCI ora è più favorevole a una politica di integrazione pacifica col sistema democratico. A guidare questa fazione è il segretario generale Palmiro Togliatti, che secondo la storia, stanco della ben nota retorica di Secchia, gli rivolge una domanda provocatoria: “Cos’ha fatto ieri la Juventus?”. Secchia ammutolisce e, da non appassionato di pallone, non sa che rispondere, così Togliatti lo incalza: “E tu pretendi di fare la rivoluzione senza conoscere i risultati della Juventus?”.
Continua a leggere “La Juventus e la rivoluzione”“Non si gioca coi fascisti”: Cile-Scozia 1977
Alcune persone si sono radunate fuori da Wembley, ma non sono lì per entrare nello stadio e guardare la partita. È il 4 giugno 1977 e si gioca un’amichevole tra Inghilterra e Scozia, ma tra gli appassionati di calcio della selezione ospite da qualche settimana non si fa che parlare della prossima partita che dovrà disputare la Tartan Army, a Santiago del Cile. Vari attivisti di sinistra reggono uno striscione con su scritto: “Fermate la partita della vergogna!”. Meno di quattro anni prima i militari hanno preso il potere con la forza nel paese sudamericano, rovesciando il governo democraticamente eletto del socialista Salvador Allende. Ma non è solo la brutalità del regime cileno a legittimare chi protesta contro la partita: la Scozia dovrà giocare nello stadio Nacional, che nei giorni successivi al golpe è stato usato come campo di concentramento e di tortura per migliai di dissidenti politici. Le foto hanno fatto il giro del mondo.
Continua a leggere ““Non si gioca coi fascisti”: Cile-Scozia 1977″L’Inter, l’EZLN e il sogno della rivoluzione intergalattica del calcio
“Vi scrivo per invitarvi formalmente a una partita di calcio fra la vostra squadra e la nazionale dell’EZLN in luogo, data e ora da definire. Visto l’affetto che abbiamo per voi, siamo disposti a non sommergervi di gol”. Con queste parole, il 10 maggio 2005, un rivoluzionario conosciuto come Subcomandante Marcos invitava l’Inter di Milano a una storica amichevole nel Chiapas, una delle regioni più povere e remote del Messico. Il tono, volutamente provocatorio, era ormai noto a tutto il mondo: i comunicati di Marcos erano brevi pezzi di letteratura, coscienza politica e auto-ironia che lo avevano reso celebre in ogni angolo del globo, sebbene nessuno sapesse quale che faccia avesse né quale fosse il suo vero volto. Pochi giorni dopo, il presidente dell’Inter Massimo Moratti rispondeva a quella lettera: “Stimato Subcomandante, giocheremo e sarà una gran partita. Su un prato, come facevamo da bambini. O su un rettangolo disegnato col gesso sopra la terra, con la polvere che si alza fino a farti tossire. Di stanchezza, ma felici”.
Continua a leggere “L’Inter, l’EZLN e il sogno della rivoluzione intergalattica del calcio”No, Mussolini non odiava l’Inter
Sarà la trascinante campagna promozionale della nuova serie di Sky M- Il figlio del secolo, ma nelle ultime settimane è tornata a circolare online una vecchia storia, secondo cui Benito Mussolini “odiava” l’Inter. La riprova sarebbe data da vari episodi avvenuti ai tempi del regime fascista: il cambio di nome in Ambrosiana, l’addio agli storici colori nerazzurri e, secondo alcuni, addirittura l’opposizione dei dirigenti interisti al Fascismo. È però bene fugare subito ogni dubbio: in questa storia non c’è praticamente nulla di vero. E non potrebbe essere altrimenti, dato che soprattutto nel mondo del calcio di alto livello – che era poi il mondo dell’imprenditoria italiana, specialmente nel Nord – il sostegno al governo di Mussolini era pressoché totale. Ma spieghiamo meglio.
Continua a leggere “No, Mussolini non odiava l’Inter”L’incubo thailandese del Manchester City di Thaksin Shinawatra
Arriva un terremoto, sulla sponda azzurra di Manchester, nell’estate del 2007. Il club è da cinque anni tornato finalmente a competere nella Premier League, ma i grandi sogni di gloria dei tifosi si sono infranti sulle prestazioni non proprio eccezionali della squadra. Adesso, però, le cose stanno per cambiare: uno degli uomini più ricchi del mondo ha preso il controllo del club e annuncia di volerlo portare ai vertici del calcio europeo. Si chiama Thaksin Shinawatra, ed è un potente imprenditore thailandese con una controversa storia politica alle spalle: nel giugno 2007 fa a John Wardle un’offerta da 81,6 milioni di sterline per ottenere la proprietà del City, e in breve assume il controllo del club. Nel giro di pochi giorni, annuncia già il nuovo allenatore: l’ex-ct dell’Inghilterra Sven-Göran Eriksson firma un contratto triennale da 9 milioni di sterline complessivi, e a sua disposizione avrà un budget da 50 milioni, tra i più cospicui del campionato.
Continua a leggere “L’incubo thailandese del Manchester City di Thaksin Shinawatra”Gli abusi sessuali all’ombra della favola islandese
La data più importante della storia del calcio in Islanda sarebbe dovuta essere il 27 giugno 2016: al suo primo Europeo, la selezione guidata da Heimir Hallgrimsson ribaltava contro ogni pronostico l’Inghilterra, e dopo aver superato il girone faceva lo stesso addirittura negli ottavi di finale, eliminando una delle favorite. Invece, la data storica ha finito per essere in realtà quella del 28 agosto 2021, e per motivi tutt’altro che lieti: è il giorno delle dimissioni dell’intera giunta direttiva della federazione KSI, travolta da uno scandalo come l’isola non ne aveva mai visti. I vertici della Federcalcio erano accusati di aver cercato di insabbiare le gravissime accuse di violenza sessuale contro diversi giocatori della Nazionale, che alla fine erano state rivelate dai media nazionali. Da quel giorno in avanti, il rapporto tra i tifosi islandesi e il calcio locale è cambiato per sempre. E non solo quello.
Continua a leggere “Gli abusi sessuali all’ombra della favola islandese”Come ti ammazzo il Wimbledon
Continua a leggere “Come ti ammazzo il Wimbledon”“Il modo migliore per guardare una partita del Wimbledon è sul Televideo.” – Gary Lineker