Il caso Portanova

Da qualche mese, uno dei temi che maggiormente ha fatto discutere sul profilo Twitter di Pallonate in Faccia è l’accusa di stupro ai danni di Manolo Portanova, 22enne centrocampista del Genoa. Il processo è ancora in atto, e la sentenza di primo grado dovrebbe arrivare il 6 dicembre (dopodiché probabilmente una delle parti ricorrerà in appello), ma il caso sta creando polemica anche per la decisione del Genoa di continuare a schierare il giocatore in campo, a differenza di quanto avvenuto in Inghilterra con i casi di Benjamin Mendy e Mason Greenwood. Molti dei discorsi fatti in merito a questo caso risentono innanzitutto di una mancanza di informazione su ciò che è successo. Per cui, proviamo a capire di cosa stiamo parlando e quali sono i fatti.

I fatti

Il 4 giugno 2021, una studentessa universitaria di 21 anni si presenta dalla Polizia di Siena per denunciare uno stupro di gruppo subito poche sere prima, nella notte tra il 30 e il 31 maggio, in un appartamento del centro, vicino a Piazza del Campo. Gli esami medici effettuati subito dopo in ospedale evidenziano “varie ecchimosi, tra schiena e coccige” (v. Corriere di Siena) con prognosi “superiore ai 40 giorni” (v. La Repubblica). Questo è un primo punto da tenere a mente: la ragazza ha sul suo corpo segni di violenza, è un fatto. In qualche modo e da qualcuno li avrà subiti, quindi dovrebbe essere legittimo chiamarla “vittima”, come verrà fatto da qui in avanti.

La sera 30 maggio si era scambiata dei messaggi con Manolo Portanova, che le aveva dato appuntamento alla festa nell’appartamento in centro. I due, quindi, si conoscevano già, da circa due settimane, e anche questo è un fatto non smentito da nessuno. Portanova giocava già al Genoa da gennaio, ma frequentava spesso Siena: suo padre Daniele aveva giocato nel club locale tra il 2004 e il 2009, e poi di nuovo tra il 2015 e il 2016. La vittima si reca alla festa con un’amica, con cui prima era a cena fuori: avevano bevuto del vino, ma, come confermato da diversi testimoni, erano assolutamente lucide. Oltre ai protagonisti della vicenda, nell’appartamento c’erano altre dieci o undici persone. A un certo punto, la vittima va in una stanza con Manolo Portanova, e l’amica conferma. Poco dopo quest’ultima riceve degli audio con richiesta di soccorso da parte della ragazza (uno recita, per esempio: “aiutami, mi stanno molestando”), ma solo dopo essersi ritrovate, qualche ora dopo, le dice di aver subito uno stupro.

La sua versione dei fatti è che, dopo essersi appartata con Manolo Portanova, evidentemente per consumare un rapporto sessuale con lui, sarebbe stata raggiunta nella stanza da altre persone. Si tratta di un parente (a volte indicato come zio, altre come cugino) del calciatore, Alessio Langella, 23 anni; di un amico, Alessandro Cappiello, 24 anni; e del fratello, William Portanova, all’epoca dei fatti minorenne. La vittima inizialmente avrebbe chiesto loro di andarsene, e i tre lo avrebbero fatto, salvo poi tornare nella stanza pochi minuti dopo. Manolo Portanova, Langella e Cappiello avrebbero partecipato attivamente allo stupro, scattando anche foto e realizzando video coi propri cellulari, mentre William Portanova sarebbe rimasto più defilato. Il tutto sarebbe durato circa un’ora. La ricostruzione fatta dalla vittima è stata diffusa nei dettagli da La Repubblica il 12 giugno 2021.

Qualche ora dopo questi fatti, la vittima ha ricevuto anche un messaggio da Langella, che le chiedeva “se avesse ancora ‘voglia’ (con annessa risata)” (v. La Repubblica).  Il giorno seguente, la vittima ha confessato ad alcuni parenti di aver subito una violenza sessuale. Uno di questi ha successivamente raccontato al pm che la ragazza era “in grandissima difficoltà, al limite della auto- incolpazione” (v. La Repubblica). Quattro giorni dopo la denuncia, l’8 giugno 2021, la polizia ha arrestato Manolo Portanova, Alessio Langella e Alessandro Cappiello in forma cautelare; William Portanova è rimasto inizialmente tra gli indagati, e il suo caso è stato affidato al Tribunale dei Minori di Firenze.

Cosa è successo dopo

La tesi dell’accusa è che lo stupro di gruppo non solo sia avvenuto, ma che fosse anche premeditato. Vale a dire che, secondo il gip, Manolo Portanova avebbe approfittato dell’interesse che la vittima provava nei suoi confronti per organizzare una ‘trappola’ ai suoi danni. L’avrebbe quindi invitata alla festa quella sera dopo essersi accordato con gli altri tre con l’esplicita intenzione di avere un rapporto sessuale di gruppo con la ragazza. Il gip ha sottolineato “la definitiva insensibilità verso la donna, la gratuità degli atti di violenza sessuale e l’animalesco bagaglio di strumenti a disposizione (foto e video, nda) per condurre l’opera” (v. La Repubblica).

La difesa, per contro, sostiene che il rapporto di gruppo fosse assolutamente consenziente. A sostegno di questa tesi, è stato presentato anche un video girato dal cellulare del calciatore durante il rapporto, che dimostrerebbe, secondo la difesa, l’assenza di violenza. “Non abbiamo mai considerato la ragazza una calunniatrice – dice l’avvocato del giocatore, Gabriele Bordoni – quella notte, ne siamo certi, non ci fu violenza, ma evidentemente lei ha vissuto intimamente male quanto accaduto”. Resta da capire come si possa essere consenzienti a un rapporto ma “viverlo male” al punto da considerarlo una violenza. Sta di fatto che a settembre 2022 Portanova ha offerto un risarcimento tra i 20 e i 30 mila euro alla vittima, che ha rifiutato.

L’8 luglio 2021 Portanova si è visto revocare le misure cautelari, potendo così tornare ad allenarsi col Genoa. “L’urgenza era legata al rischio – scrive Il Corriere di Siena – che la mancata presenza dell’atleta per la partenza del ritiro potesse condurre alla rescissione del contratto“. Nella stagione successiva, il giocatore è sceso in campo in 26 partite tra Serie A e Coppa Italia, mentre in quella attuale, che si trova circa a metà, ha giocato 13 partite tra Serie B e Coppa Italia. Nel frattempo, nel giugno 2021 l’avvocato della vittima, Jacopo Meini, raccontava che la ragazza “ha avviato un percorso con uno psicologo perché è ancora molto scossa” (v. La Repubblica).

A marzo 2022, Portanova è stato rinviato a giudizio e, d’accordo col suo avvocato, ha scelto di ricorrere al rito abbreviato. Il 27 settembre, a processo ancora in corso, il calciatore è stato intervistato dal Secolo XIX, dichiarando la sua innocenza e sostenendo che le accuse gli hanno “tolto la possibilità di vestire la maglia della Nazionale”. In verità, Portanova aveva giocato con l’Italia U21 solo una volta, 45 minuti nell’ottobre 2020, senza più essere convocato. Successivamente, è tornato a giocare nell’U21 a marzo 2022, giocando due partite, di cui una sola da titolare. Non è mai stato un giocatore nel giro della Nazionale giovanile, dove ora non può più essere convocato per ragioni anagrafiche, né tantomeno è stato nel giro della Nazionale maggiore.

Alcune considerazioni

Quanto scritto fin qui non è frutto di alcuna inchiesta inedita, ma si basa unicamente su quanto diffuso dai media: sono dunque informazioni alla portata di tutti. Il processo è ancora in corso, e nessuno vuole chiedere una condanna preventiva di Portanova e degli altri tre accusati prima del pronunciamento di un giudice. Tuttavia, troppo spesso si usa la scusa del garantismo (che è un principio che vale nei confronti delle istituzioni) per voler invece far finta che nulla sia successo.

In questa storia ci sono alcuni fatti incontrovertibili: una ragazza ha riportato, in una determinata sera, segni di violenza sessuale; sostiene che siano frutto di una violenza sessuale subita quella medesima sera da quattro persone, tra cui il calciatore Manolo Portanova; tutti e quattro gli accusati confermano di aver avuto un rapporto sessuale con la ragazza proprio quella sera. Ignorare tutto questo (e l’umiliazione della vittima tramite video e fotografie) significa voler far finta di nulla davanti a un caso gravissimo. Gli imputati sostengono che i segni di violenza siano frutto di un rapporto consenziente su cui poi la ragazza avrebbe cambiato idea, ma a quanto riportato alcune delle immagini riprese durante il rapporto sarebbero state da loro cancellate la mattina seguente.

In tutto questo, il Genoa ha scelto di ignorare la cosa, continuando a far giocare Portanova. Come detto, in alcuni casi simili, all’estero, i club coinvolti hanno preso decisioni completamente opposte. A ciò si aggiunge un contesto culturale largamente sottovalutato dal mondo del calcio, italiano in particolare, di cui si è scritto qui e qui: la diffusa cultura dello stupro presente in questo sport e in tutto l’ambiente, anche mediatico, che lo circonda. Il caso Portanova, oltre all’aspetto puramente giudiziario, dovrebbe diventare un’occasione per portare a riflettere anche nel nostro paese su questo problema.

Fonti

FREGATTI Tommaso, Portanova: “Mi assolveranno, non sono uno stupratore. Ho perso la Nazionale per queste accuse”, Il Secolo XIX

LIGNANA Marco, “È stata violenza di gruppo”, le accuse della Procura al calciatore del Genoa Portanova, La Repubblica

SERRANÒ Luca, Siena, il racconto della ragazza: “Foto e video con i cellulari mentre mi violentavano”, La Repubblica

SERRANÒ Luca, Violenza di gruppo, Portanova offre risarcimento per danni morali. La vittima dice no, La Repubblica

Siena, presunto stupro di gruppo: Portanova può tornare ad allenarsi, accolta istanza, Corriere di Siena

Siena, presunto stupro di gruppo: “premeditato” agguato alla 21enne per il gip, Corriere di Siena

Gli aggiornamenti sul caso

6 dicembre 2022: Manolo Portanova è stato condannato a 6 anni di prigione in primo grado per violenza sessuale di gruppo. Stessa pena per Alessio Langella, mentre Alessandro Cappiello, che ha scelto il rito ordinario invece che abbreviato, è stato rinviato a giudizio alla fine dell’udienza preliminare. Per William Portanova, minorenne all’epoca dei fatti, il processo si svolge in sede separata ed è ancora in corso.

7 marzo 2023: Vengono pubblicate le motivazioni della sentenza di primo grado emessa dalla giudice Ilaria Cornetti. Si riporta che la vittima aveva espresso il suo dissenso al rapporto di gruppo “in modo ripetuto e inequivocabile” ed è stato “sin da subito, e per tutta la durata del rapporto sessuale di gruppo, evidente e manifesto”. La ragazza è stata “rattata come un oggetto”, abusata per un periodo “durato tra i 40 e i 60 minuti… fatto di rapporti sessuali ripetuti e non consenzienti, schiaffi e violenze. I quattro ragazzi non hanno voluto nemmeno concedere alla giovane una bottiglietta d’acqua. Che per due vuole le è stata passata sì, ma vuota”. A proposito del calciatore del Genoa, la giudice scrive che ha “fatto finta di difendere la vittima dall’arrivo dei suoi tre amici per il rapporto sessuale di gruppo dicendogli sì di uscire dalla stanza, ma facendolo ridendo. Tanto che poi si è unito a loro nello stupro”.

25 marzo 2023: A Genova compare uno striscione con su scritto: “L’innocenza non si deve pagare. Portanova deve giocare!”, firmato dal gruppo I Genoani. Non risulta noto nessuno gruppo della tifoseria del Genoa con questo nome.

31 marzo 2023: La vittime dello stupro invia una lettera a La Nazione, mantenendo l’anonimato, per raccontare cosa ha subito e le difficoltà nel denunciare. È la prima volta che la ragazza parla pubblicamente; nel frattempo Manolo Portanova ha rilasciato interviste e continuato a rivendicare la propria innocenza sui suoi canali social e in una conferenza stampa.

15 aprile 2023: Manolo Portanova, assieme al padre Daniele e all’avvocato Gabriele Bordoni, partecipa alla trasmissione Quarto Grado di Rete 4, ribadendo di essere innocente. Della vittima, il calciatore ha detto: “Vorrei che un giorno si presentasse qui insieme a me. Magari un confronto, era stato chiesto dall’avvocato ma non c’è stato. Sta rovinando la vita di persone innocenti”.

3 pensieri riguardo “Il caso Portanova”

  1. Tutto molto bello, vi dimenticate di dire che Greenwood e Mendy sono stati trovati sostanzialmente in fragranza di reato, o con prove a carico incontrovertibili. Non è proprio la stessa roba, fermo restando che, se dovessi scommettere 20 euro, li giocherei contro l’innocenza di Portanova (che non è colpevole fino almeno alla prima sentenza)

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    1. Sei male informato: né Mendy né Greenwood sono stati colti in flagranza di reato, e contro di loro ci sono principalmente le testimonianze delle donne che li hanno denunciati. Eppure, anche nel Regno Unito si leggono tanti commenti uguali a quelli sul caso di Portanova.

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