“Il Brasile è sempre stato un paese di panem et circenses. Finché il calcio va bene, tutto va bene.” – Felipe Zboril
Continua a leggere “Il calcio che ha rinnegato la favela per Bolsonaro”
“Il Brasile è sempre stato un paese di panem et circenses. Finché il calcio va bene, tutto va bene.” – Felipe Zboril
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Cosa ci sia venuto a fare, lì sulle rosse spiagge di Brisbane, uno come lui non lo sa nessuno. Nel XIX secolo, erano in tanti a venire fin laggiù dalla vecchia Gran Bretagna, tutti con quella faccia sporca, la barba incolta e i capelli lunghi come lui: prigionieri della principale colonia penale del Pacifico. Ma del recluso gli mancava l’atteggiamento, anzi era opinione comune – in Europa più che in Australia, dove era ben poco conosciuto – che George Best fosse lì per il motivo opposto, che fosse lì in cerca di libertà. Continua a leggere “L’ultimo dribbling di George Best”
“Billy, non fare l’eroe, / non fare pazzie con la tua vita.” – Piper Lace
Lo scenario di uno stadio americano degli anni Trenta doveva apparire straniante a un uomo come Billy Gonsalves. Dall’alto del suo metro e ottantotto, più da giocatore di basket che di soccer, in piedi leggermente alla sinistra del cerchio di centrocampo, nella tipica posizione della mezzala, si guardava attorno e vedeva spalti semivuoti Continua a leggere “Il portoghese che inventò il calcio statunitense”
“Vegliate, o guaite, intorno al re prigione. / Egli era al lato dell’imperadore, / era lo specchio della sua persona. / Egli correva mare e terra in armi.” – Giovanni Pascoli
“Ricordo questo ragazzino assolutamente fantastico che s’impegnava al massimo ogni singolo giorno, con la forza di volontà che aveva poteva fare qualsiasi cosa pur di realizzare i proprio sogni.” – Aurelio Pereira, osservatore dello Sporting Lisbona
L’uomo ch’è venuto da lontano/ ha la genialità di uno Schiaffino/ ma religiosamente tocca il pane/ e guarda le sue stelle uruguaiane. – Paolo Conte
Continua a leggere “Due volte emigranti: Dalla parte degli oriundi”
Ci hanno insegnato che alla fine conta chi fa il gol. Ci hanno insegnato male: alla fine, chi fa il gol conta nel fugace istante del presente; quando passano i giorni, ci ricordiamo solo del campione, che abbia segnato o meno. I Mondiali del 1930 sono stati la vetrina di campioni di cui tutti parlavano l’indomani della competizione – per quanto il concetto di “parlare di un calciatore”, all’epoca, fosse molto meno massiccio di oggi – mentre uno come Lucien Laurent passava nell’oblio. Uomini come Stabile e Andrade sono stati grandi giocatori, quelli come Laurent sono solamente statistiche: il primo marcatore della storia dei Mondiali di calcio, e nulla più. Continua a leggere “Lucien Laurent era più di un gol”
“Ripeto ciò che ho sempre detto: voglio il meglio per l’Argentina, in ogni modo. Non ho mai cercato di creare problemi a qualcuno.” – Leo Messi
1-1 con l’esordiente Islanda. 0-3 con la Croazia. A una partita dalla fine dei gironi, l’avventura dell’Argentina ai Mondiali di Russia pare essere già finita, e il colpevole additato da tutti non può che essere lui, Leo Messi. Nel Mondiale finora dominato dai gol di Cristiano Ronaldo, l’inconsistenza del suo grande rivale è la notizia più clamorosa.
Totti è un simbolo, una bandiera. –Fabio Capello, 1999
Si è ritirato Francesco Totti, il più grande calciatore della storia della Roma, una delle poche vere bandiere del calcio moderno (se mi passate il termine, comunque superficiale e nostalgico, di “bandiera”). Eppure sarebbe potuta andare diversamente, se nel 1997 Franco Sensi avesse accettato di cedere quel ragazzo di 20 anni alla Sampdoria, andando incontro alle richieste di Carlos Bianchi. Continua a leggere “Quella volta che Totti e la Samp”
Il 6 maggio la Francia sceglierà il suo nuovo presidente, e per la seconda volta nella storia al ballottaggio concorrerà un candidato di estrema destra: l’ascesa di Marine Le Pen è il segno di un paese (e di un’Europa intera) che sta virando verso il razzismo, laddove la coesione sociale tra bianchi e neri vige da sempre e la sfida dell’integrazione sembrava essere stata vinta. La Francia che ha ottenuto grandi successi nel calcio (e non solo, ovviamente: ma questo è soprattutto un blog sul calcio) grazie a “compatrioti acquisiti” è stata dimenticata in favore di una retorica razzista: niente scuole pubbliche per gli stranieri, nuove tasse sui lavoratori non francesi, chiusura dei confini nazionali, e tutto il resto del copione. Continua a leggere “Noi siamo la Francia”