La stella mancata del calcio canadese

Dalla bandierina del calcio d’angolo si alzò un pallone gentile. Igor Vrablic scelse il tempo giusto, anticipò la difesa, staccò e di testa la spedì verso l’angolino alto della porta. Gol allo scadere: la sirena richiamava tutti i giocatori all’interno delle proprie celle. Il tizio che aveva fatto l’assist gli venne incontro e gli disse: “Però! Sei bravo, te!”. Certo che era bravo, Igor. “Un gol così – replicò – lo avevo fatto all’Honduras, nel 1985. Andammo a giocare i Mondiali, con quel gol, lo sai?”

Continua a leggere “La stella mancata del calcio canadese”

La strada dall’Armenia al mondo

“Le nostre mani si sono unite, / soltanto due mani. / Ma è come se / non fossero le nostre mani, / ma soltanto uno stretto: / ci siamo mescolati, / come due mari vicini, / a lungo divisi.” – Puruyr Sevak

Continua a leggere “La strada dall’Armenia al mondo”

Essere Ribéry e Robben

Franck era un ragazzo complicato: cacciato dalle giovanili del Lilla per problemi comportamentali, era stato vicino ad abbandonare il calcio per andare a fare l’operaio, poi era tornato sui campi, s’era guadagnato la fama in Ligue 1 con il Metz ma l’aveva abbandonato all’improvviso per andarsene in Turchia. Arjen era un predestinato di cui si cantavano le lodi fin da quando era sedicenne, ma che, a dispetto di una carriera che lo aveva portato in alcuni dei club più forti del mondo, a venticinque anni era considerato una promessa non mantenuta.  A Istanbul, Franck divenne Scarface, a causa della grossa cicatrice sul volto che gli ricordava un incidente d’auto in cui era rimasto coinvolto da bambino; a Londra, invece, Arjen divenne The Man of Glass, l’Uomo di Vetro, a causa dell’incredibile facilità con cui s’infortunava.

Continua a leggere “Essere Ribéry e Robben”

Quel gol di Baggio

Quel gol alla Juventus ha il raro pregio di accentrare su di sé una miriade di simboli diversi. Sembra quasi superfluo specificarlo, ma il gol è quello segnato il 1° aprile del 2001 al Delle Alpi, con cui il Brescia fissava sull’1-1 il match con i bianconeri. C’è il più classico dei gol dell’ex, c’è Davide che batte Golia (cioè, pareggia; ma ci siamo intesi), c’è soprattutto l’ennesima resurrezione del Divin Codino, il più anticonvenzionale dei calciatori italiani.

Continua a leggere “Quel gol di Baggio”

Il mio nome è Nessuno

Ninguém aveva gli occhi grandi e arrotondati, la pelle nerissima da africano purosangue, e una zazzera arricciata sul cranio. Quante di quelle persone a cui lustrava le scarpe dalla mattina alla sera sapevano il suo vero nome? Nessuno, probabilmente. Nessuno era anche il nome con cui era conosciuto – Ninguém, in portoghese, significa appunto “nessuno” – ma non era una citazione omerica, piuttosto una condanna, per la verità comune a molti ragazzi come lui, nati nel ghetto di Mafalala a Lourenço Marques, Mozambico. Poco più in là stavano i quartieri degli indiani, arrivati via nave da Goa, e poi, lontanissimi, i quartieri ricchi e puliti di quegli esigui bianchi che si erano trasferiti laggiù per gli affari coloniali.

Continua a leggere “Il mio nome è Nessuno”

Morera, un costaricano a Barcellona

“Ho bisogno di denaro”. Esordì così, nell’estate del 1936, Alejandro Morera, davanti al signor André Vassenet. Morera era un costaricano di ventisette anni, bassa statura, capelli ben pettinati e sguardo intenso; Vassenet un signore che da un anno appena era divenuto il primo francese a presiedere il Le Havre Athletic Club, la più antica società di football di Francia.

Continua a leggere “Morera, un costaricano a Barcellona”

Nato il 29 febbraio

“Anno bisesto, anno funesto”, dice una tradizione italiana. Carmel Busuttil, nato il 29 febbraio 1964, ne sentì parlare solo una volta arrivato sulle sponde del Lago Maggiore, nel 1987. Era stato un colpo di mercato o no? I tifosi piemontesi se lo chiedevano di frequente: Busuttil aveva appena 23 anni, ed era di fatto un giocatore di esperienza internazionale, vantava già diverse presenze con la nazionale (nel 1983 aveva segnato una clamorosa doppietta alla Spagna in un match ufficiale) e aveva calcato i campi della Coppa Uefa, una preziosa rarità in un club dilettantistico il cui miglior risultato era stato il quinto posto in Serie C nel 1968, quasi vent’anni prima. Ma si era mai visto un calciatore capace che provenisse da Malta? Continua a leggere “Nato il 29 febbraio”