Domande (e risposte) non scontate sul calcio africano

La Coppa d’Africa è iniziata, e questo per il pubblico del calcio europeo significa sostanzialmente una cosa: un mese di lamentele perché alcuni importanti giocatori si assentano dai club per disputare un torneo di cui quasi a nessuno, nel Vecchio Continente, importa qualcosa. Il fatto la Coppa d’Africa riguardi un pubblico potenziale di 1,2 miliardi di persone (in Europa siamo 746 milioni, per dire) non sembra essere abbastanza rilevante, in questo discorso. In generale, quando si parla del calcio africano ci si porta sempre dietro un bagaglio di stereotipi culturali figli del colonialismo ottocentesco di cui molte persone neppure si rendono conto. Di alcuni di questi si era già scritto nelle scorse settimane, ma la contemporaneità del torneo della CAF offre l’occasione per approfondire la questione, anche se in modo un po’ diverso dal solito. Di seguito trovate una serie di domande sul calcio africano a cui potrete provare a dare una risposta, e probabilmente scoprirete che la realtà storica è molto diversa da quello che verrebbe da pensare. Prendetelo come un piccolo gioco sui pregiudizi.

C’è infatti la convinzione che il calcio in Africa sia un fenomeno relativamente recente: raramente viene concepito più vecchio di 40 o 50 anni, almeno nella sua affermazione in primo piano nel panorama del calcio globale. Chi lo pensa quasi certamente ignora che la Confédération Africaine de Football (CAF) è nata nel 1957, appena tre anni dopo la UEFA, e che la Coppa d’Africa è un torneo più antico degli Europei, avendo visto la sua prima edizione sempre nel 1957 (gli Europei debuttarono invece nel 1960). Il primo club di calcio africano è probabilmente il Railway Club – che a dispetto del nome non aveva britannici tra i suoi fondatori, ma egiziani – nato addirittura nel 1903: per capirci, solo cinque squadre dell’attuale Serie A italiana esistevano già all’epoca. Molte cose che pensiamo di sapere sulla storia del pallone in questo immenso continente sono in realtà approssimative, se non del tutto errate. Scaldatevi, e iniziamo!

Qual è stata la prima nazionale africana ai Mondiali?

Qualcuno pensa alla Nigeria di Kanu o al Camerun di Milla, generalmente ritenuti gli autentici padri del calcio africano, mentre chi è un po’ più esperto di storia del pallone può retrodatare questa prima volta allo Zaire del 1974. In realtà, però, quella fu solamente la prima nazionale dell’Africa nera a prendere parte alla Coppa del Mondo, e l’Africa ovviamente non è solo nera. Come già approfondito nel podcast, nel 1934 l’Egitto aveva preso parte ai Mondiali in Italia, che erano appena i secondi della storia e i primi disputati in Europa. Uscì al primo turno, ma fornendo un’ottima prova contro una delle migliori selezioni al mondo, ovvero l’Ungheria, perdendo 2-4. Ma d’altronde l’Egitto, oltre ad aver dato i natali al già citato Railway Club ed essere poi tra i primi fondatori della CAF, nel 1920 era stata la prima nazionale africana a prendere parte al torneo delle Olimpiadi, uscendo subito ma perdendo solo di misura (1-2) contro l’Italia. Il fatto che l’Egitto abbia dominato quasi incontrastato l’alba del calcio africano è dovuto a un singolo fattore determinante: era tra i pochi paesi del continente a essere indipendente, all’epoca.

Qual è stata la prima nazionale africana a batterne una europea in un match ufficiale?

Se state pensando al Senegal del 2002 contro la Francia, state sbagliando. I Leoni della Teranga non sono stati neppure i primi africani a battere i campioni del mondo in carica, poiché già ci era riuscito il Camerun nel 1990 contro l’Argentina. Ma andando più indietro, nel 1982 l’Algeria aveva esordito in Spagna rifilando un 2-1 alla Germania Ovest, poi futura finalista. In realtà la risposta a questa domanda va ancora più indietro nel tempo, e ci porta un’altra volta in Egitto: alle Olimpiadi del 1924 i Faraoni sconfissero infatti con un sonoro 3-0 l’Ungheria, prima di arrendersi contro la Svezia. Quella partita è ricordata per il cosiddetto “ammutinamento” dei magiari contro la propria Federazione e il governo, per cui si dice che in un certo senso persero apposta. Che sia vero o meno, questo episodio non può sminuire i meriti degli egiziani, come conferma l’edizione successiva del torneo olimpico: ad Amsterdam, la selezione nordafricana eliminò prima la Turchia (7-1) e poi anche il Portogallo (2-1), prima di arrendersi all’Argentina (0-6) e all’Italia (3-11), sfiorando così un’incredibile medaglia di bronzo. Per questa medaglia si dovette però attendere, alla fine, fino al terzo posto del Ghana a Barcellona 1992.

Samuel Ablade Kumah, capitano del Ghana a Barcellona 1992. Di quella squadra facevano parte giocatori come Mohammed Gargo, Nii Lamptey, Kwame Ayew, Alex Nyarko e Samuel Kuffour.

Chi è stato il primo calciatore africano a giocare in un club europeo professionistico?

Oggi i giocatori africani sono largamente diffusi nei campionati europei, ma risalire al primo pioniere non è semplice. Anche in questo caso, però, bisogna tornare a ben prima di quanto la maggior parte delle persone pensi. Della storica nazionale egiziana del 1934, tre elementi si trasferirono un anno dopo in Europa a giocare da professionisti: il portiere Mustafa Mansour al Queen’s Park di Glasgow, l’attaccante Mohamed Latif ai Rangers Glasgow, e il centrocampista Ismail Rafaat al Sochaux. Ma la professionializzazione del campionato francese del 1932 rende eleggibili per questa risposta anche Alexandre Villaplane dell’Antibes, Ernest Libérati del Fives, Joseph Gonzales del Valencienne e Joseph Alcazar dell’Olympique Marsiglia. Si potrebbe obiettare che questi quattro, tutti nati e cresciuti in Algeria (all’epoca colonia francese), erano però figli di immigrati europei. Ma nello stesso periodo giocava in Francia, nel Racing Club di Parigi, anche Raoul Diagne, nato in Guyana ma di padre senegalese, nonché primo nero a rappresentare un paese europeo ai Mondiali (con la Francia, nel 1938). È comunque probabile che il primo calciatore professionista africano in Europa fu Arthur Wharton, portiere o ala del Preston North End tra il 1986 e il 1988: ufficialmente britannico, era nato e cresciuto nella Costa d’Oro, l’attuale Ghana, per poi trasferirsi nel Regno Unito per studiare all’età di 19 anni.

Chi è stato il primo calciatore africano in Serie A?

Il ragionamento, qui, sembra abbastanza semplice da fare: tra il 1966 e il 1980, il calciomercato italiano era chiuso agli stranieri, e siccome difficilmente un africano poteva arrivare in Serie A prima del 1966, ci dobbiamo concentrare sugli anni Ottanta. Come riportano la maggior parte dei siti, il primo africano del campionato italiano sarebbe stato l’ivoriano François Zahoui, che arrivò all’Ascoli nel 1981. Ma in realtà non è vero: il primo calciatore africano della Serie A risale incredibilmente al 1955. Era Eddie Firmani, un attaccante sudafricano che si trasferì alla Sampdoria dal Charlton Athletic, e poi vestì anche le maglie di Inter e Genoa. Il fatto di essere bianco e di origini italiane porta spesso a ignorarlo, ma Firmani era a tutti gli effetti un africano, tanto che mosse i primi passi nel Cape Town Clyde. In quanto oriundo, poté giocare anche 3 partite (segnando 2 gol) in nazionale azzurra tra il 1956 e il 1958, perciò lo possiamo legittimamente considerare il primo afroitaliano ad aver giocato in nazionale. Ad ogni modo nel 1962 trasitò dal Torino, pur senza mai scendere in campo in incontri ufficiali, anche l’attaccante sudafricano nero Steve Mokone.

Chi è stato il primo calciatore africano a vincere il Pallone d’Oro europeo?

Anche qui, ragionamento semplice: prima del 1995, il Pallone d’Oro di France Football veniva assegnato solo a giocatori europei, mentre solo dopo quella data fu possibile premiare anche stranieri, purché giocassero in Europa. Scorrendo l’albo d’oro del premio, scopriamo che proprio nel 1995 il Pallone d’Oro andò all’attaccante liberiano George Weah, all’epoca militante nel Milan. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, Weah non è stato però il primo a vincere il trofeo. Esattamente trent’anni prima, nel 1965, France Football aveva infatti premiato Eusébio, che era sì ufficialmente un portoghese, ma era nato e cresciuto in Mozambico, all’epoca una colonia lusitana. L’attaccante del Benfica iniziò a giocare a calcio nello Sporting di Lourenço Marques (la città oggi nota come Maputo), e vide l’Europa per la prima volta solo nel 1960, quando a 18 anni si trasferì a Lisbona. Suo padre era un angolano bianco (anche l’Angola era una colonia portoghese), mentre la madre una mozambicana nera.

Chi è stato il primo calciatore africano a segnare un gol all’Italia in un match ufficiale?

Impossibile non pensare a Grégoire M’Bida, il centrocampista del Canon Yaoundé che, con la maglia del Camerun, batté Zoff nella terza partita dei gironi di Spagna 1982, pareggiando dopo un minuto la rete iniziale di Graziani. Ma in realtà, guardando quanto scritto poco sopra, risulta ovvio che bisogna andare molto più indietro nel tempo, fino appunto all’onnipresente Egitto, che nel 1920 veniva eliminato dalle Olimpiadi di Anversa perdendo 1-2 contro gli Azzurri. Alla rete iniziale di Baloncieri aveva risposto, dopo appena 5 minuti, la punta dell’Al-Ahly Zaki Osman. M’Bida non è però nemmeno il primo calciatore proveniente dall’Africa subsahariana ad aver segnato all’Italia in un incontro ufficiale. Nel 1957, nel corso delle qualificazioni ai Mondiali di Svezia (ai quali poi l’Italia non prese parte), gli Azzurri crollarono inaspettatamente in Portogallo per 3-0, e la rete che chiuse la partita fu segnata dalla punta del Belenenses Matateu, che era – proprio come sarebbe poi stato Eusébio – un mozambicano. Matateu era arrivato in Europa solo nel 1951, all’età di 24 anni.

L’egiziano Zaki Osman, con il suo gol all’Italia nel 1920, è diventato il primo calciatore africano in assoluto ad aver segnato un gol in incontri ufficiali a una nazionale europea.

Chi è stato il primo calciatore africano a vincere la classifica marcatori in uno dei grandi campionati europei?

A questo punto sarebbe facile rispondere “Eusébio”, che ha vinto il titolo di miglior realizzatore del campionato portoghese per la prima volta nel 1964 (anche se già in passato c’era riuscito Matateu, così come gli afrolusitani bianchi José Aguas e, prima ancora, Fernando Peyroteo). Ma se consideriamo solo i grandi campionati d’Europa (e cioé Italia, Francia, Spagna, Germania e Inghilterra), il discorso cambia. Il tabù in Serie A è stato sfatato solo di recente, con il trionfo del nigeriano del Napoli Victor Osimhen nel 2023, ma anche in Inghilterra e Spagna non bisogna andare troppo lontano per trovare una risposta: in Premier League c’è stato l’ivoriano Didier Drogba del Chelsea nel 2007, e solo un anno prima in Liga era toccato al camerunense del Barcellona Samuel Eto’o. Sorprende di più scoprire che in Bundesliga il primo capocannoniere africano risale addirittura al 1993, con il bomber ghanese dell’Eintracht Francoforte Anthony Yeboah. Ma il vero pioniere in questo ambito lo troviamo logicamente nel campionato francese: l’ivoriano Sékou Touré del Montpellier divenne il miglior marcatore della Division 1 già nel 1963. Nel 1958, comunque, il titolo era stato conquistato anche dall’attaccante dello Stade Reims Just Fontaine, nato e cresciuto a Marrakech da padre francese e madre spagnola, e arrivato in Europa solo a 20 anni, nel 1953.

Una squadra africana ha mai vinto un torneo intercontinentale ufficiale?

Verrebbe chiaramente da dire di no: nessuna africana ha mai vinto né il Mondiale per Club (i congolesi del Mazembe, nel 2010, si fermarono alla finale contro l’Inter, come poi fecero nel 2013 i marocchini del Raja Casablanca contro il Bayern Monaco) né la Coppa del Mondo per selezioni nazionali (il miglior piazzamento è il quarto posto raggiunto dal Marocco in Qatar, nel 2022). Ma queste non sono le uniche due competizioni intercontinentali del calcio: anche se meno blasonato, esiste ancora il torneo delle Olimpiadi. Che è stato conquistato nel 1996 dalla Nigeria ad Atlanta, e poi di nuovo nel 2000 dal Camerun, a Sydney. Se vogliamo andare a guardare nelle competizioni mondiali a livello giovanile, scopriamo che il Ghana ha vinto il titolo iridato U20 nel 2009 in Egitto. Le nazionali africane sono poi le dominatrici del Mondiale U17, vinto in ben sette occasioni su diciannove: due da parte del Ghana (nel 1991 in Italia e nel 1995 in Ecuador) e ben cinque da parte della Nigeria (Cina 1985, Giappone 1993, Corea del Sud 2007, Emirati Arabi 2013 e Cile 2015), che fanno delle Super Eagles la nazionale più vincente nella storia del torneo.

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