La Gold Cup 2019 in 16 nomi

Il suo nome è un tantino controintuitivo, ma la Gold Cup è il torneo continentale organizzato dalla CONCACAF, la Federazione del calcio nordamericano, la cui prima edizione risale al 1963. Il record di vittorie – dieci – appartiene ovviamente al Messico, ma negli ultimi trent’anni è andato crescendo il ruolo degli Stati Uniti, vincitori di sei titoli e campioni in carica, nonché organizzatori delle precedenti quattordici edizioni del torneo, a volte in coppia con un’altra nazione. Nel 2019, però, la Gold Cup si disputerà per la prima in tre diversi paesi: Stati Uniti, Costa Rica e Giamaica, con le due nazioni caraibiche che non avevano mai ospitato la fase finale della coppa. Il torneo durerà dal 15 giugno al 7 luglio.

Nahki Wells (Bermuda)

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Attaccante piccolo e rapido, Wells è probabilmente il calciatore bermudiano che ha raccolto i maggiori successi in carriera: nel 2011, a ventuno anni, ha lasciato i Caraibi e si è trasferito in Inghilterra, dove pian piano si è messo in mostra come ottimo realizzatore in League Two, la quarta serie locale, con la maglia del Bradford City. Dopo tre stagioni, è passato in Championship, la seconda serie inglese, per giocare con lo Huddersfield Town, di cui è stato attaccante titolare fino alla promozione di Premier League nel 2017. Successivamente, dopo una deludente esperienza al Burnley, ha disputato l’ultima annata sempre nella massima serie inglese, in prestito al Queens Park Rangers, segnando 7 reti in 40 apparizioni.

Alphonso Davies (Canada)

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Il titolo vinto nel 2000 è ormai un lontano ricordo, e il Canada odierno sta cercando soprattutto di puntare sulle nuove leve, sfruttando gli ultimi anni di carriera della leggenda Atiba Hutchinson, il mediano del Besiktas con un bel passato al Copenhagen e al PSV Eindhoven. Non sono pochi i nomi promettenti su cui potrebbe fare affidamento il ct John Herdman – dal portiere della Juventus U23 Alessandro Busti all’ala di origine camerunense del Barcellona B Ballou Tabla, fino alle punte Liam Miller del Liverpool e Jonathan David del Gent – ma tra tutti quello su cui è meglio tenere gli occhi più attenti è Alphonso Davies, ala sinistra che ha fatto molto parlare di sé nel campionato nordamericano, venendo eletto calciatore canadese dell’anno nel 2018, appena maggiorenne, e che da qualche mese si è trasferito al Bayern Monaco. Le aspettative su di lui sono molte, e adesso il punto è riuscire a non aggiungersi alla lista di possibili fenomeni del calcio nordamericano che poi sono svaniti nel nulla.

Keylor Navas (Costa Rica)

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Della fantastica nazionale che raggiunse i quarti di finale ai Mondiali del 2014 è rimasto poco: c’è chi si è ritirato e chi a breve lo farà, come il capitano Bryan Ruiz, e chi sembrava promettere molto ma non ha mantenuto niente, come Joel Campbell, mentre tanti sono rimasti nel limbo, giocando sì in Europa ma senza particolari acuti, come Celso Borges e Bryan Oviedo. Keylor Navas, invece, si merita ancora la medaglia di stella della squadra, dopo tre Champions League consecutive vinte tra i pali del Real Madrid e nonostante nell’ultima stagione sia stato relegato in panchina dall’arrivo di Courtois. In attesa di un ricambio generazionale, toccherà al carismatico estremo difensore trentaduenne reggere le redini della squadra.

Yasmany Lopez (Cuba)

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La situazione di Cuba è ben nota: una piccola isola dei Caraibi in cui il calcio non ha mai avuto molto seguito e in cui buona parte degli sportivi più capaci hanno optato, negli anni, per la defezione verso gli Stati Uniti, in fuga dal regime castrista. Motivo per cui è difficile indicare un giocatore di maggior valore rispetto agli altri, considerato che tutti i giocatori della nazionale hanno sempre e solo giocato nel modesto campionato locale o, al massimo, nei vicini tornei del Guatemala, di Panama o della Repubblica Dominicana. Detto ciò, il centrocampista difensivo Yasmany Lopez del Ciego de Ávila è il leader della squadra e il principale punto di riferimento per i compagni, con 18 presenze in incontri ufficiali in nazionale e trentuno anni di età, che ne fanno il giocatore più esperto della selezione.

Leandro Bacuna (Curaçao)

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A dispetto di quanto si possa pensare, il Curaçao è una squadra con diversi giocatori impegnati nei campionati europei, principalmente in Olanda, come il portiere Eloy Room, in forza al PSV Eindhoven, e il difensore Cuco Martina, di proprietà dell’Everton ma ultimamente in prestito al Feyenoord. Sempre in Olanda si è messo in mostra, tra il 2009 e il 2013, Leandro Bacuna, che al momento veste la maglia del Cardiff, nella Premier League inglese. Esterno destro sia in difesa che a centrocampo, Bacuna è il principale realizzatore della sua nazionale con 11 reti all’attivo e, in relazione al livello medio della Gold Cup, può essere uno dei giocatori più pericolosi del torneo.

Denis Pineda (El Salvador)

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Il Salvador è una squadra giovane e poco esperta, che però può vantare in passato due qualificazioni ai Mondiali (una piuttosta famosa e travagliata). A causa dell’infortunio della stella Rodolfo Zelaya, le chance di fare una buona impressione nella Gold Cup sono ulteriormente diminuite, e ora ruotano tutte attorno al ventitrenne Denis Pineda, ala sinistra cresciuta nei messicani del Tigres e attualmente sotto contratto con il Santa Clara, con cui ha raggiunto un ottimo decimo posto nell’ultima Primeira Liga portoghese.

Adrian Mariappa (Giamaica)

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Non si trova mai al centro delle cronache sportive, ma negli ultimi anni la Giamaica ha visto migliorare sensibilmente le proprie prestazioni, con due finali di Gold Cup nel 2015 e nel 2017; quest’anno è una delle tre squadre di casa e, adesso, non pochi pensano che sia possibile ottenere una qualificazione ai prossimi Mondiali, dopo quella del 1998. Se davanti si può tranquillamente fare affidamento sui gol del bomber del FC Cincinnati Darren Mattocks, fondamentale per gli equilibri è la difesa guidata da Adrian Mariappa del Watford, robusto centrale con una lunga esperienza in Premier League e oltre 40 caps in nazionale.

Callum Harriott (Guyana)

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Ala, cresciuto nel Charlton Athletic, Harriott è un giocatore abbastanza esperto di Championship, dove attualmente gioca con il Reading, sebbene non totalizzi poi molte presenze. Come molti suoi connazionali, Harriott è nato e cresciuto nel Regno Unito, ma è riuscito a ritagliarsi uno spazio a un buon livello, rispetto agli altri guyanesi, disputando anche tre match con l’Under-19 inglese. Quest’anno ha deciso di optare per la nazionale della Guyana, e potrebbe rappresentare un valore aggiunto in una squadra piuttosto povera di talento.

Duckens Nazon (Haiti)

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Ha tirato i primi calci al pallone nelle serie minori francesi, per poi trasferirsi ai Kerala Blasters, nel campionato indiano; nel 2016 è tornato in Europa, giocando in League Two con il Coventry City e in League One con l’Oldham Athletic. La sua crescita come calciatore è stata abbastanza lenta, ma questo centravanti franco-haitiano – attualmente sotto contratto con i belgi del Sint-Truiden, ma nell’ultima stagione in prestito agli scozzesi del St.Mirren – ha le qualità necessaria per essere un valido terminale offensivo della Gold Cup.

Anthony Lozano (Honduras)

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L’Honduras sta affrontando il difficile passaggio di consegne dalla generazione d’oro, capace di qualificarsi a due Mondiali consecutivi (2010 e 2014), a quella successiva. La difesa, che ha rappresentato il punto di forza del recente passato, è ormai composta da giocatori ultra-trentenni (come Maynor Figueroa ed Emilio Izaguirre), e il centrocampo è decisamente il punto debole; per contro, in attacco girano i nomi più interessanti, con capofila il ventiseienne Anthony Lozano, la punta del Girona che finora ha sempre promesso molto ma mantenuto poco, chiamato a un ruolo chiave in nazionale e a dare finalmente una svolta alla sua carriera.

Jordy Delem (Martinica)

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In una squadra che non brilla né per talento che per esperienza, Delem è una piccola eccezione: appena ventisei anni e già quasi 40 presenze e 5 reti in nazionale. Passato dall’Europa con l’Arles-Avignon, si è affermato nel campionato nordamericano con i Seattle Sounders, rivestendo con costanza e dedizione i delicati compiti di centrocampista, che lo rendono così il giocatore più adatto a mantenere gli equilibri della nazionale caraibica.

Raul Jimenez (Messico)

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È difficile indicare un solo nome per il Messico, la nazionale con più tradizione del continente e il maggio talento, ugualmente diffuso nei vari settori del campo. In particolare, il fronte offensivo della squadra allenata dall’ex-tecnico del Barcellona Gerardo Tata Martino è a livello mondiale, come dimostrato dal quarto posto alla Confederations Cup del 2017 e dagli ottavi di finale raggiunti un anno fa in Russia. Una menzione d’onore va però fatta per il terminale offensivo della squadra Raul Jimenez: tra i componenti della nazionale medaglia d’oro a Londra 2012, è esploso con la maglia dell’América di Città del Messico, per poi esordire in Europa nel 2014 con quella dell’Atletico Madrid. Sono state le sue prestazioni con il Benfica , però, a imporlo tra i più interessanti centravanti del continente, e l’ultima stagione a Wolverhampton, conclusa con un ottimo settimo posto in Premier League e dodici reti realizzate, hanno rappresentato un’ottima conferma delle sue qualità.

Juan Ramon Barrera (Nicaragua)

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El Iluminado rappresenta l’anima e la mente del Nicaragua, in qualità di regista con i maggiori mezzi tecnici della selezione centroamericana e il carisma più sviluppato, che gli è valso la fascia da capitano. Purtroppo, quasi mai Barrera è riuscito a mettere a frutto il suo talento: ha girovagato a lungo tra il Nicaragua, Panama e il Venezuela, prima di tentare l’avventura europea con il piccolo club austriaco Rheindorf Altach, dove però non si è mai ambientato, decidendo infine di tornare a casa, passando per il Guatemala, di nuovo il Venezuela, e la Colombia.

Edgar Yoel Barcenas (Panama)

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La partecipazione al Mondiale di Russia 2018 ha rappresentato il punto più alto della modesta storia calcistica di Panama, che ora però punta a ottenere un altro buon risultato nel torneo continentale, con in panchina la leggenda Julio Cesar Dely Valdes. Edgar Barcenas, ala del Real Oviedo, rappresenta l’elemento più interessante della squadra, quello con maggiori possibilità di creare occasioni da gol per la punta Gabriel Torres, chiamato al difficile compito di sostuire un mito come Blas Perez, ritiratosi da poco.

Christian Pulisic (Stati Uniti)

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La recente storia degli Stati Uniti nel calcio è costellata da promesse che, chiamate alla prova dei fatti in Europa, si sono sciolte come neve al sole; l’unico che sta andando in aperta controtendenza, finora, è Christian Pulisic, duttile trequartista di origine croata di soli ventuno anni, ma già alla terza stagione da protagonista con il Borussia Dortmund. Le sue prestazioni nella Bundesliga e nell’ultima Champions League lo hanno imposto all’attenzione generale non solo per la sua tecnica, ma anche per la continuità del rendimento sorprendente per la sua giovane età, tanto da convincere il Chelsea a offrire per lui 64 milioni di euro, assicurandoselo a partire dalla prossima stagione. Forse gli USA hanno finalmente trovato la stella che aspettavano.

Kevin Molino (Trinidad & Tobago)

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Gli anni d’oro di Dwight Yorke sono lontanissimi: oggi, i caraibici stentano a trovare calciatori in grado di trascinare l’intero movimento, e quello che emerge di più è Kevin Molino, di ruolo centrocampista offensivo e sotto contratto con il Minnesota United. Molino è un giocatore che si fa notare soprattutto sul lato tecnico e realizzativo, come dimostrano i 19 gol segnati finora in nazionale, e in passato è stato due volte MVP della USL, la lega minore statunitense, con l’Orlando City, oltre che capocannoniere della Coppa dei Caraibi del 2014.

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