La Rai contro Carosio: storia di un insulto razzista in diretta

L’Italia farebbe meglio a vincerla, questa partita. Anche perché l’avversario è molto più che abbordabile: Israele, all’esordio ai Mondiali, è una squadra modesta, specialmente di fronte ai campioni d’Europa in carica. Eppure è ancora 0-0, stesso risultato che si sta verificando anche a Puebla tra Svezia e Uruguay, che in virtù della differenza reti favorevole ai sudamericani piazza gli Azzurri come secondi nel girone. L’Italia, in realtà, in vantaggio ci andrebbe anche: Riva serve un cross per Burgnich che colpisce di testa e batte Vissoker, ma è in fuorigioco. E poi di nuovo un cross, alla mezz’ora del secondo tempo, e stavolta a staccare di testa c’è proprio Riva, che con una frustata mette nuovamente alle spalle del portiere israeliano. L’arbitro brasiliano De Moraes convalida, ma il guardalinee etiope Sejum Tarekegn alza la bandierina: non è gol nemmeno stavolta. Poi, però, accade qualcos’altro: non qualcosa che si vede, ma che si sente. Carosio, la voce storica del calcio italiano, ha pronunciato il primo insulto razzista della storia della nostra televisione.

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Le donne nello sport sono solo tette e culi

Aprite un qualsiasi sito di un quotidiano sportivo. Troverete il calcio, com’è ovvio: la cronaca, l’analisi, le riflessioni, le fantastiose notizie del calciomercato; tutto sondato, ripassato, scandagliato in ogni suo minimo dettaglio, scavando ogni barlume di notizia fino alle sue radici. La stessa cosa, anche se in misura più contenuta, avviene con gli altri sport, che occupano le posizioni più basse della homepage. Ah sì, stiamo parlando di sport maschili. Perché, quando non ci sono di mezzo grandi eventi (tipo: la nazionale di volley femminile in finale ai Mondiali, o Sofia Goggia che vince l’oro nella discesa libera), lo sport femminile quasi non esiste. Lo sport femminile; perché le donne, sui siti dei quotidiani sportivi, non mancano mai. Continua a leggere “Le donne nello sport sono solo tette e culi”