L’incubo thailandese del Manchester City di Thaksin Shinawatra

Arriva un terremoto, sulla sponda azzurra di Manchester, nell’estate del 2007. Il club è da cinque anni tornato finalmente a competere nella Premier League, ma i grandi sogni di gloria dei tifosi si sono infranti sulle prestazioni non proprio eccezionali della squadra. Adesso, però, le cose stanno per cambiare: uno degli uomini più ricchi del mondo ha preso il controllo del club e annuncia di volerlo portare ai vertici del calcio europeo. Si chiama Thaksin Shinawatra, ed è un potente imprenditore thailandese con una controversa storia politica alle spalle: nel giugno 2007 fa a John Wardle un’offerta da 81,6 milioni di sterline per ottenere la proprietà del City, e in breve assume il controllo del club. Nel giro di pochi giorni, annuncia già il nuovo allenatore: l’ex-ct dell’Inghilterra Sven-Göran Eriksson firma un contratto triennale da 9 milioni di sterline complessivi, e a sua disposizione avrà un budget da 50 milioni, tra i più cospicui del campionato.

Le proprietà straniere sono piuttosto rare nel calcio europeo, e quelle asiatiche praticamente inesistenti. Nel Regno Unito i tifosi non sanno praticamente nulla di Shinawatra, e anche i giornalisti sportivi, per tratteggiare un suo profilo biografico, devono chiedere ai colleghi degli esteri. Shinawatra ha 58 anni e discende da una delle famiglie più potenti della Thailandia, ha compiuto i suoi studi nelle forze armate ed è diventato un importante ufficiale di polizia – un percorso obbligato per chiunque voglia contare qualcosa nel paese, dove i militari controllano tutto. Negli anni Ottanta si è costruito un proprio impero prima attraverso i computer e l’informatica, e poi nelle telecomunicazioni, così negli anni Novanta è entrato in politica in prima persona. Già nel 1994 è diventato Ministro degli Esteri, e poi nel 1998 ha creato un proprio partito dalle forti connotazioni populiste, i Thai Rak Thai (cioè, il “Partito dei Thai che amano i Thai”). Grazie ai grandi fondi di cui dispone, Shinawatra è riuscito a imporsi alle elezioni del 2001 e diventare Primo Ministro.

Mentre i tifosi dei Citizens scoprono il passato del loro nuovo proprietario e gli ambigui equilibri della società thailandese, il club fa man bassa di giocatori di talento. Eriksson ha trovato una buona squadra, con elementi di qualità come il portiere Andreas Isaksson, il terzino destro Micah Richards, il capitano Richard Dunne, Dietmar Hamann a centrocampo, e attaccanti del calibro di Émile Mpenza e Darius Vassell. Ma per rinforzare la rosa e puntare concretamente a un posto tra le prime quattro servono nuovi acquisti di alto profilo. Come terzino sinistro viene scelto Javier Garrido della Real Sociedad, mentre a centrocampo arrivano l’ex-Barcellona Geovanni, l’ala bulgara dell’Atlético Madrid Martin Petrov e il promettente svizzero Gelson Fernandes. Poi tocca ai veri colpi: il City spende le cifre più consistenti per il talentuoso centrale difensivo della Dinamo Zagabria Vedran Ćorluka, per il regista brasiliano dello Shakhtar Donetsk Elano, e per due degli attaccanti più in vista della Serie A, Valeri Bojinov della Fiorentina e Rolando Bianchi della Reggina.

Il morale nel tifo del Manchester City è molto alto, pochi si premurano di far notare che però Shinawatra getta un’ombra oscura sulla squadra. Durante gli anni al potere, l’attuale proprietario del City ha fatto parlare di sé per le tante iniziative contro la crisi economica e in favore delle masse contadine, ma anche per la violenta repressione del dissenso. 2.500 persone sono state giustiziate nel corso della brutale guerra alla droga di Shinawatra, al termine di processi che hanno sollevato le critiche delle ong che si occupano di diritti umani. Poi ci sono state le vittime durante le rivolte musulmane nel sud del paese, tra cui spiccano i morti del cosiddetto incidente di Tak Bai, quando la polizia ha sparato sulla folla uccidendo 7 persone e successivamente causando la morte di altri 78 individui, soffocati nei blindati stracolmi mentre venivano condotti in prigione. I suoi avversari in Thailandia lo hanno accusato di aver sfruttato il proprio ruolo politico per arricchirsi ulteriormente, per salvarsi dalle accuse di evasione fiscale e per aver favorito la carriera di alcuni suoi parenti. E se Thaksin Shinawatra è sbarcato a Manchester è soprattutto perché il settembre precedente il militari lo hanno deposto con un colpo di stato mentre lui si trovava alla sede dell’ONU a New York.

Eriksson in mezzo ai primi colpi del suo Manchester City: Garrido, Bojinov, Elano e Ćorluka.

Il calcio non è ancora abituato a parlare di politica e sportwashing, in quest’epoca, ma che ci sia qualcosa di sinistro dietro l’arrivo di Shinawatra nel Regno Unito dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti. Dopo il golpe militare il Thai Rak Thai è stato messo fuori legge, ma a dicembre le nuove elezioni sono state vinte inaspettatamente dal Partito del Potere Popolare di Samak Sundaravej, che è di fatto la nuova incarnazione del TRT e viene subito accusato di brogli. Mentre tutto questo succede, il Manchester City di Eriksson è partito bene in campionato: Bianchi segna già al debutto ufficiale, e alla terza giornata i Citizens sconfiggono i rivali dello United con rete Geovanni. Il ritmo della squadra al City of Manchester Stadium è irresistibile (fino al 15 dicembre vince tutte le partite casalinghe), ma in trasferta si notano maggiori difficoltà. Il City subisce la prima sconfitta il 25 agosto a Londra contro l’Arsenal a causa di un gol di Fàbregas, mentre il 27 ottobre viene travolto a Stamford Bridge per 6-0 e a dicembre arrivano una sconfitta col Tottenham e tre pareggi consecutivi contro Aston Villa, Blackburn e Liverpool.

Al giro di boa di fine anno, il City è quinto in classifica, ma Eriksson richiede ulteriori rinforzi, soprattutto davanti: la sua squadra ha solamente il nono attacco della Premier League, Bojinov si è infortunato subito e ne avrà fino alla prossima stagione, mentre Bianchi ha segnato appena 4 reti e sta convincendo pochissimo. Il centravanti italiano viene prestato alla Lazio a gennaio e sostituito con il giovane ecuadoregno del Basilea Felipe Caicedo, mentre per tappare il buco dovuto all’assenza di Bojinov arriva dal Portsmouth lo zimbabwese Benjani, autore di 12 gol nella prima metà della stagione. Come ulteriore puntello alla rosa, Shinawatra completa anche l’acquisto del messicano Nery Castillo dello Shakhtar Donetsk, spendendo complessivamente 9 milioni di sterline a gennaio, che si sommano ai circa 42 milioni investititi in estate: non c’è nessuno che spende quanto il City, in Inghilterra. Ma le cose continuano a non girare: dopo essere uscito dalla Coppa di Lega a dicembre contro il Tottenham, a inizio 2008 viene anche eliminato dallo Sheffield United nella FA Cup. In Premier, la striscia senza vittorie si allunga, e arriva anche la prima sconfitta casalinga, di nuovo contro l’Arsenal. L’unica gioia è, il 10 febbraio, il trionfo a Old Trafford contro lo United di Ferguson.

Il 27 febbraio, due giorni dopo la sconfitta per 2-0 in casa contro l’Everton, Thaksin Shinawatra rientra per la prima volta in Thailandia dopo 17 mesi di esilio, per rispondere delle accuse di corruzione. Un mese prima, sua moglie Potjaman Damapong è stata arrestata a Bangkok. La giunta militare, appoggiata dalla monarchia, sta stringendo il cerchio attorno a lui e ha già iniziato a congelare i suoi conti e tutte le sue proprietà in Thailandia. Il processo contro di lui, che inizierà ad aprile, potrebbe destabilizzare del tutto la sua situazione finanziaria, e a Manchester qualcuno inizia a preoccuparsi: cosa comporterà tutto questo per il City? Il mercato invernale è stato di un profilo molto più contenuto rispetto a quello precedente, e basta fare due conti per rendersi conto che il club ha semplicemente utilizzato le rimanenze del budget estivo: nessun fondo aggiuntivo è stato stanziato dalla proprietà per colmare il gap con squadre come Manchester United, Arsenal, Chelsea e Liverpool. E, se non dovesse centrare la qualificazione alla Champions League, non è chiaro su quali fondi potrà fare affidamento la società per la prossima stagione.

In un clima così incerto, il Manchester City semplicemente affonda. Dopo l’exploit di Old Trafford firmato da Vassell e Benjani, i Citizens entrano in una spirale negativa. Delle successive 11 partite di Premier League, ne pareggiano due (in casa col Wigan e in trasferta col Bolton), ne vincono tre (in casa con Tottenham e Portsmouth, e in trasferta col Sunderland) e perdono tutte le altre, comprese le sfide contro Reading e Birmingham, due club in zona retrocessione. Vengono sconfitti, in particolare, nelle ultime tre gare stagionali, e l’11 maggio, nell’epilogo del campionato, subiscono un disastroso 8-1 in casa del Middlesbrough: si tratta della quinta peggiore sconfitta della storia del club, ma le altre quattro risalgono in due casi all’Ottocento (un 10-2 subito nel 1893 e un 8-0 nel 1894), una è 1906 (9-1 contro l’Everton) e un’altra del 1933 (8-0 contro il Wolverhampton). Il City chiude la stagione al nono posto in Premier League, e solo grazie alla vittoria del premio Fair Play della UEFA potrà disputare le fasi preliminari della Coppa UEFA 2008/09.

Arrivato dopo un girone d’andata straordinario col Portsmouth, nel resto della stagione con il City Benjani segnerà appena 3 reti.

A stagione conclusa, è evidente a tutti nel Regno Unito che Thaksin Shinawatra non è più in grado di garantire la stabilità finanziaria del Manchester City. La mazzata finale arriva a giugno, quando il tribunale di Bangkok gli impone la consegna del passaporto e il divieto di lasciare il paese. Nel giro di un anno, i sogni di gloria dei Citizens si sono volatilizzati. Ma le preoccupazioni dei tifosi inglesi sono nulla in confronto a quello che sta succedendo in Thailandia, dove i sostenitori dell’ex-Primo Ministro sono sul piede di guerra e scendono in massa nelle piazze per protestare contro il presunto complotto nei confronti dell’imprenditore e politico. A Manchester, la società comunica l’esonero di Eriksson e l’approdo in panchina di Mark Hughes, reduce da un settimo posto alla guida del Blackburn ma soprattutto molto meno dispendioso del tecnico svedese. Il direttore esecutivo Garry Cook rassicura i tifosi dicendo che è vero che Shinawatra non investirà altri fondi nel club, ma il City è solido e autosufficiente. Tuttavia, la squadra inizia a smobilitarsi: a luglio Isaksson viene ceduto al PSV Eindhoven, Geovanni all’Hull City, Giōrgos Samaras al Celtic, Rolando Bianchi al Torino e, infine, Ćorluka se ne va al Tottenham. I media britannici riportano che è solo grazie a un prestito da 2 milioni di sterline dell’ex-proprietario John Wardle che il club è stato in grado di pagare gli stipendi dei suoi dipendenti.

A fine agosto, tra le strade di Bangkok c’è la guerriglia tra i sostenitori e gli oppositori di Shinawatra, e si contano decine di feriti e anche un morto, che costringono il governo a indire lo stato d’emergenza. Negli stessi giorni, a Manchester si tira un sospiro di sollievo: il City è stato ceduto a un fondo arabo, l’Abu Dhabi United Group. Da un punto di vista politico e umanitario, la nuova proprietà è se possibile anche peggiore di quella thailandese, visto che rappresenta direttamente la monarchia assoluta che governa gli Emirati Arabi Uniti, ma è più che solida sotto il profilo economico: a una tifoseria che attende un trofeo dalla Coppa di Lega del 1976, questi aspetti appaiono oggi assolutamente irrilevanti. Gli sceicchi sbarcano in Inghilterra portando con sé in dote il campione brasiliano Robinho del Real Madrid, e prima della chiusura del mercato estivo aggiungono alla rosa dei Citizens Pablo Zabaleta dell’Espanyol, Vincent Kompany dell’Amburgo e Shaun Wright-Phillips del Chelsea, spendendo un totale di 55 milioni di sterline.

Intanto, in Thailandia il 9 settembre il Primo Ministro Samak Sundaravej viene condannato per conflitto d’interessi dalla Corte Costituzionale, che impone così lo scioglimento del governo. Nuovi scontri infiammano le strade della capitale, e i manifestanti arrivano addirittura ad assediare la sede della polizia. In questo clima, il 21 ottobre Thaksin Shinawatra – che nel frattempo è riuscito a ottenere l’asilo politico nel Regno Unito – viene condannato in contumacia a due anni per conflitto d’interessi. Davanti al rifiuto del governo di dimettersi, i manifestanti di Bangkok assediano il parlamento e occupano i due principali aeroporti del paese, e alla fine il 2 dicembre la Corte Costituzionale conferma le accuse di frode elettorale contro l’esecutivo, che cade definitivamente e viene sostituito da un nuovo governo guidato dal Partito Democratico di Abhisit Vejjajiva. Dopo il ritiro del visto britannico, Shinawatra trova rifugio curiosamente proprio a Dubai, negli Emirati Arabi, ma la sua presa sulle istituzioni thailandesi non si alleggerirà: il disciolto Partito del Potere Popolare è rinato a settembre 2008 come Pheu Thai (il “Partito per i Thai”), e nel 2011 tornerà al potere con la sorella di Thaksin, Yingluck Shinawatra. Quest’ultima fuggirà all’estero nel maggio 2014 per scampare a una condanna, ma nel 2023 di nuovo il Pheu Thai conquisterà il potere sotto la guida di Srettha Thavisin. Dopo la destituzione anche di questo Primo Ministro da parte della Corte Costituzionale, nell’agosto 2024 la carica passerà alla 37enne Paetongtarn Shinawatra, la figlia minore di Thaksin.

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Fonti

Eriksson named Man City manager, BBC Sport

How Thailand’s Thaksin Shinawatra went from prime minister to fugitive abroad and back home again, Associated Press

Remembering the Thaksin Shinawatra era at Man City ten years on, ITV

WINROW Ian, Thaksin Shinawatra’s crisis ends Manchester City’s European dream, The Telegraph

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