L’Iran, una volta ogni vent’anni

Chi non ha visto Iran – Portogallo a Saransk, il 25 giugno 2018, non potrà ai capire quanto menta quel risultato, e quanto i persiani siano stati effettivamente a un passo dalla prima qualificazione agli ottavi di finale della loro storia ai Mondiali di calcio. Una speranza nata nel match d’esordio contro il Marocco, con l’inattesa autorete del nordafricano Bouhaddouz, che ha consegnato all’Iran la sua seconda vittoria mondiale, e il suo terzo grande risultato. Continua a leggere “L’Iran, una volta ogni vent’anni”

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Russia 2018: il multiculturalismo è realtà

“Sheguey, io sono nero, fresco, talentuoso come Paul Pogba.” – Gradur

È difficile trovare una parola che rappresenti meglio di tutte le altre lo zeitgeist della nostra epoca quanto “multiculturalismo”. Di per sé, non vuol dire granché: siamo tutti frutto dell’incontro di differenti culture e popoli che si sono avvicendati sul pianeta dagli albori della civiltà. Ma mai come oggi la società occidentale è divisa tra chi esalta il melting pot offerto dalle migrazioni, e chi invece rimprovera la dissoluzione delle vecchie identità nazionali. Non sono mancati quelli che hanno descritto la finale tra Francia e Croazia Continua a leggere “Russia 2018: il multiculturalismo è realtà”

La Croazia e quel discorso in sospeso con la Storia

“Dovete capire una cosa sulla gente croata. Dopo tutto quello che ci è successo, dopo la guerra, siamo più forti. Quello che abbiamo passato è stato molto duro. Oggi siamo persone difficili da rompere. E siamo determinati nel dimostrare che possiamo raggiungere il successo.” – Luka Modric

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Puntare sui giovani fa la differenza

Prima di affrontare l’Italia negli spareggi per il Mondiale 2018 (e poi anche dopo), la stampa e il pubblico hanno insistito nel definire la Svezia una squadra scarsa. Una squadra scarsa non avrebbe tenuto in scacco la Germania, non avrebbe travolto il Messico, arrivando prima in quel girone, e non si troverebbe ora ai quarti di finale del Mondiale. L’ultima apparizione della Svezia risaliva al 2006, e il risultato di Russia 2018 è il migliore dal 1994 (quando arrivò terza) e il quinto migliore della storia degli Scandinavi.

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Lei forse non ti merita, Leo

“Ripeto ciò che ho sempre detto: voglio il meglio per l’Argentina, in ogni modo. Non ho mai cercato di creare problemi a qualcuno.” – Leo Messi

1-1 con l’esordiente Islanda. 0-3 con la Croazia. A una partita dalla fine dei gironi, l’avventura dell’Argentina ai Mondiali di Russia pare essere già finita, e il colpevole additato da tutti non può che essere lui, Leo Messi. Nel Mondiale finora dominato dai gol di Cristiano Ronaldo, l’inconsistenza del suo grande rivale è la notizia più clamorosa.

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La Fifa e l’immancabile fascinazione per le dittature

“Le prodezze sportive accrescono il prestigio della nazione e abituano gli uomini alla lotta in campo aperto.” – Benito Mussolini

Nikolay Mitrokhin ha definito la Russia una “dittatura elettorale”, in cui la quantità di democrazia “sta diminuendo di anno in anno”. Vladimir Putin governa ininterrottamente da 15 anni, gli oppositori politici vengono, di volta in volta, silenziati, screditati o addirittura fatti arrestare, e i giornalisti scomodi allo Zar vengono ritrovati morti in circostanze misteriose. E mentre la Russia è ormai tornata a essere una potenza mondiale, e la sua influenza – più o meno legittima – sulle democrazie occidentali è più forte che mai, il mondo del calcio segue la Coppa del Mondo organizzata nel paese di Putin, seguito ideale delle Olimpiadi invernali di Sochi 2014.

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