“Non si gioca coi fascisti”: Cile-Scozia 1977

Scozia 1978

Alcune persone si sono radunate fuori da Wembley, ma non sono lì per entrare nello stadio e guardare la partita. È il 4 giugno 1977 e si gioca un’amichevole tra Inghilterra e Scozia, ma tra gli appassionati di calcio della selezione ospite da qualche settimana non si fa che parlare della prossima partita che dovrà disputare la Tartan Army, a Santiago del Cile. Vari attivisti di sinistra reggono uno striscione con su scritto: “Fermate la partita della vergogna!”. Meno di quattro anni prima i militari hanno preso il potere con la forza nel paese sudamericano, rovesciando il governo democraticamente eletto del socialista Salvador Allende. Ma non è solo la brutalità del regime cileno a legittimare chi protesta contro la partita: la Scozia dovrà giocare nello stadio Nacional, che nei giorni successivi al golpe è stato usato come campo di concentramento e di tortura per migliai di dissidenti politici. Le foto hanno fatto il giro del mondo.

La decisione di giocare in Cile ha motivazioni più ampie, per la Scottish Football Association. La selezione britannica ha grandi aspettative di riuscire a qualificarsi per i Mondiali dell’anno successivo in Argentina, dopo essere tornata a giocare la Coppa del Mondo nel 1974, per la prima volta dopo sedici anni di attesa. Oggi, la speranza è addirittura quella di riuscire finalmente a superare il primo turno, grazie a quella che è probabilmente la migliore generazione di calciatori che la Scozia abbia mai avuto. In panchina è appena stato chiamato Ally MacLeod, reduce dalla storica conquista della Coppa di Lega con l’Aberdeen. A sua disposizione, il ct ha un fuoriclasse come Kenny Dlaglish del Liverpool, affiancato da giocatori di primissimo livello come il centravanti del Leeds United Joe Jordan, e i centrocampisti Greame Souness del Middlesbrough, Archie Gemmill del Derby County, e Asa Hartford del Manchester City.

Il percorso di qualificazione degli scozzesi non è iniziato nel migliore dei modi, con una sconfitta per 2-0 a Praga nell’ottobre del 1976, ma già il mese successivo la squadra si era rimessa in carreggiata, superando il Galles per 1-0. La SFA crede talmente tanto nella qualificazione da aver deciso di approfittare dell’estate per inviare i giocatori a fare una tournée in Sudamerica, così da sperimentare il clima in cui si giocherà l’anno successivo. La Scozia debutterà il 15 giugno a Santiago, poi il 18 scenderà sul prato della Bombonera di Buenos Aires, e il 23 concluderà il suo viaggio al Maracanã di Rio de Janeiro. Ma non appena la tournée è stata comunicata ufficialmente ai tifosi, sono iniziate le proteste: d’altronde, la Scozia ospita circa 500 rifugiati cileni, e la sinistra locale si è da tempo organizzata con associazioni di solidarietà per chiedere alla politica britannica di interromepere i rapporti diplomatici col regime di Augusto Pinochet.

In Scozia, l’eco del golpe in Cile è stato forte. Nel marzo del 1974, circa 4.000 operai della fabbrica della Rolls-Royce di East Kilbride, a sud di Glasgow, si sono rifiutati di aggiustare un motore d’aereo Hawker Hunter, dopo aver scoperto che era in dotazione alle forze militari cilene, responsabili del colpo di stato di pochi mesi prima. I gruppi scozzesi di opposizione al regime hanno anche lanciato una propria rivista, Chile Fights: alla notizia della partita, pubblicano in copertina il disegno di un calciatore della Scozia che si allaccia gli scarpini in una pozza di sangue, con la scritta inequivocabile “Non giocate coi fascisti”. Ian Mikardo, un importante deputato laburista, esprime chiaramente il pensiero del suo partito: “In quanto tifoso, non vorrei che i calciatori giocassero in campi allagati, così come non vorrei neppure che giocassero in campi impregnati di sangue”. Alla Camera dei Comuni ci sono dibattiti infuocati, che rischiano di sfociare nella rissa quando alcuni esponenti laburisti minacciano quelli conservatori, più tiepidi nella condanna del regime cileno. Un insegnante di letteratura di Glasgow di nome Adam McNaughtan, tifoso del Queen’s Park e appassionato di musica, prende la chitarra e scrive una canzone contro la partita: in breve tempo, Blood Upon the Grass diventa estremamente popolare in Scozia, e il suo testo viene trascritto pure sul Sunday Times.

Manifesti di protesta contro Cile-Scozia del 1977.

Un gruppo di esuli cileni chiede di poter incontrare il segretario della SFA Willie Allan, ma la federazione rifiuta, dicendo che non c’è bisogno di alcun incontro né c’è qualcosa di cui valga la pena parlare. La Scozia non sarà la prima selezione europea a giocare nello stadio Nacional dopo il golpe, d’altronde: il 12 maggio 1974 addirittura l’Irlanda aveva disputato un’amichevole in Cile, anche se in patria l’incontro aveva scatenato aspre polemiche. Tutti vorrebbero una reazione come quella dell’Unione Sovietica del 1973, che avrebbe dovuto giocare uno spareggio a Santiago ma preferì rinunciare alla qualificazione ai Mondiali piuttosto che scendere sul campo delle torture di Pinochet. La sezione scozzese di Amnesty International, intanto, raggiunge individualmente alcuni giocatori della Nazionale per consegnare loro degli opuscoli che illustrano le violazioni dei diritti umani che stanno avvenendo in Cile.

Dal canto suo, la SFA decide che per levarsi d’impaccio deve demandare la questione al governo di James Callaghan, il quale però si trova una posizione politicamente precaria: il Regno Unito è in piena crisi economica, e Callaghan guida un governo laburista in cui il suo partito è però in minoranza, tenuto in piedi da una stampella di formazioni minori. Il Primo Ministro sceglie di non opporsi alla trasferta scozzese in Cile, e la Federcalcio si sente così legittimata a confermare la partita. Ad avvalorare questa posizione c’è anche un sondaggio reso pubblico dal sindacato dei calciatori, la Scottish Professional Footballers’ Association, secondo cui il 70% dei giocatori professionisti del paese è favorevole al match, mentre appena il 10% è nettamente contrario. “Sarebbe stato meraviglioso se uno di questi giovani si fosse rifiutato di giocare, consapevole che quel gesto gli avrebbe fatto guadagnare un posto nella storia molto più importante di quello che avrà mai il calcio” accusa il deputato laburista Syd Bidwell. Ma prendersela con gli atleti è facile: nemmeno il parlamento si è opposto pubblicamente alla partita, tutti scaricano la responsabilità del primo rifiuto su qualcun altro.

Chi lo conosce bene, sa che il ct MacLeod è poco favorevole all’incontro, ma è appena stato nominato alla guida della Nazionale, e preferisce tenere per sé i propri dubbi. Ma che il Cile non sia un paese come gli altri è evidente agli scozzesi non appena atterrano a Santiago: la polizia e i militari sono onnipresenti, le strade talmente ordinate da sembrare finte. Il regime ha bisogno di partite come questa, più che per ragioni sportive – la Roja non si è qualificata ai Mondiali del 1978 – per quelle diplomatiche: far vedere al resto del mondo, specialmente in Europa, che va tutto bene. Il quotidiano La Tercera ottiene la possibilità di intervistare il centravanti Joe Jordan, che si compiace della visita al paese sudamericano: “Ci ha detto di essere consapevole che politicamente quattro anni fa ‘avete avuto dei problemi’, che però oggi sono risolti. – scrive il giornale – ‘Io mi occupo di calcio, del resto non mi interesso molto. Il vostro è davvero un bel paese.'”

Chi la pensa diversamente, almeno quando si reca allo stadio Nacional per l’allenamento pre-partita, è il portiere Alan Rough, che milita nel Patrick Thistle. Entrato negli spogliatoi per cambiarsi, nota dei segni sul muro e, osservandoli meglio, si rende conto che sono fori di proiettile. Si immagina che qualcuno sia stato allineato contro quel muro e fucilato, solo quattro anni prima. “Avevamo dato per scontato che la SFA, che ci stava portando laggiù, sapesse cosa stava succedendo. – racconterà molti anni dopo Rough in un’intervista a Real Radio – Penso che se ci avessero dato più informazioni, se ci avessero detto che c’erano ancora persone che venivano arrestate per strada, portate via e ammazzate, molti di noi non sarebbero andati”. Il 15 giugno 1977, davanti a 17.000 persone, la Scozia si impone comodamente 4-2 sul Cile, e il giorno dopo riparte alla volta dell’Argentina, dove da oltre un anno è salito al potere un governo militare fascista che sta facendo sparire la gente nel nulla. In questo caso, però, non ci sono state molte proteste contro la partita, né ci saranno un anno dopo, quando la Scozia parteciperà ai Mondiali argentini.

Una protesta di attivisti scozzesi contro la partita di Santiago.

“L’11 settembre 1973 / decine di persone perirono in una vile sventagliata di mitragliatrici. / Lo stadio di Santiago divenne un luogo di omicidi, / ora una squadra di calcio scozzese lo onorerà con le proprie abilità. / E c’è sangue sull’erba. / C’è sangue sull’erba.

Ci andrai, Alan Rough? Ci giocherai, Tom Forsyth? / Dove così tanta gente incontrò anzitempo la Morte con la sua falce. / Queste persone non erano terroristi, non erano estremisti politici, / ma alcuni erano forse portieri, alcuni difensori centrali. / E c’è sangue sull’erba. / C’è sangue sull’erba.

Víctor Jara suonava la chitarra mentre lo conducevano sul campo, / così gli ruppero tutte le dita in modo che non potessero più suonare. / Eppure ha continuato a cantare canzoni di libertà, canzoni di pace. / E anche se lo hanno fucilato il suo messaggio resiste. / E c’è sangue sull’erba. / C’è sangue sull’erba.

Ci andrai, Archie Gemmill? Ci giocherai, Andy Gray? / Ti disturberà sentire la voce di Víctor Jara dire: / ‘Somos cinco mil – Siamo cinquemila in questo posto’? / E il calcio scozzese aiuta a nascondere l’oscura vergogna della Giunta. / E c’è sangue sull’erba. / C’è sangue sull’erba.

Ti trovi sugli spalti di Ibrox o di Parkhead? / Tifi per i Saints in bianco e nero, o per i Dons in rosso fuoco? / Tutti coloro che sono morti in Cile erano persone come te. / Diciamo ai capi del calcio che è tempo che cambino idea, / prima che ci sia del sangue sulle loro mani.”

– Adam McNaughtan

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Fonti

ALARCÓN Rodrigo, Sangre sobre el césped: la desconocida historia del polémico Chile – Escocia, Radio U-Chile

DRYSDALE Neil, Neil Drysdale: The trip to South America which sparked a political storm, The Press and Journal

The Scotland v Chile friendly labelled the ‘˜match of shame’, The Scotsman

2 pensieri riguardo ““Non si gioca coi fascisti”: Cile-Scozia 1977”

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