“Ci sono circa 500 giocatori in Premier League, e un terzo di loro sono neri. Eppure non abbiamo qualcuno che ci rappresenti nelle istituzioni, o negli staff tecnici.” Lo ha detto alla BBC Raheem Sterling, attaccante del Manchester City e della nazionale inglese da sempre molto attento alle problematiche razziali nel calcio. Fa un certo effetto, specialmente se implicitamente siamo portati a considerare il calcio come un ambiente meritocratico. Ma il dato è inequivocabile: i massimi campionati europei sono da anni pieni di calciatori neri, eppure pochissimi di questi riescono a trovare lavoro come allenatori ad alti livelli.
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1898: Il calcio a Torino, i morti a Milano
È un solare e fresco giorno di primavera come tanti altri, l’8 maggio a Torino. Se non fosse che una discreta folla si è riunita al Velodromo intitolato al re Umberto I per assistere a un quadrangolare di questo sport nuovo arrivato dall’Inghilterra e che affascina molto i piemontesi. Meno di un mese prima è stata fondata la Federazione Italiana del Football, che ha subito deciso di organizzare il torneo il cui vincitore si potrà fregiare del titolo di campione d’Italia 1898.
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La battaglia di Leonel Sánchez
“Leonel Sánchez: di origini modeste, ma un cavaliere in campo. E un carrarmato.” – Luis Sepúlveda
Pocho Gomorra
L’uomo che tutti cercavano fu trovato una sera che prendeva l’aria sul lungomare di Nizza, tranquillo come se vivesse in un’altro mondo. “Ultrà – gli dissero – sei in arresto!” E dalla Francia lo riportarono in Italia, e già sul blindato Ultrà pensava: “Mò basta, ci dico tutto”. E quando lo fecero scendere e lo portarono dinnanzi al magistrato, Ultrà disse tutto. E parlò anche di Pocho.
Storia di un esodo: la Svezia
È quasi superfluo stare a spiegare chi sia e cosa abbia rappresentato Zlatan Ibrahimović per il calcio svedese, al netto dei magri risultati che ha raccolto con la nazionale: indubbiamente, era dai tempi di Nils Liedholm che il paese non poteva vantare una stella internazionale del suo livello. Ma in che momento i calciatori svedesi sono diventati campioni da palcoscenico europeo, appetiti dai club più ricchi del continente? Storia di un esodo è un ciclo di articoli che raccontano proprio questo, ogni volta partendo da una nazione diversa.
1915: Il campionato sospeso
È il 23 maggio, e il campionato sta finalmente entrando nel vivo: al Velodromo Sempione di via Arona, sta per disputarsi il derby milanese tra il Milan dell’implacabile bomber belga Louis Van Hege e l’Inter dell’italo-svizzero Ermanno Aebi e del leggendario allenatore-giocatore Virglio Fossati. In caso di vittoria, i nerazzurri potrebbero tornare in corsa per vincere il girone Nord e accedere alla finalissima nazionale: conta molto cosa accadrà nella partita di Marassi, dove il Genoa deve tenere a bada il Torino – secondo a pari punti dell’Inter – per confermarsi in testa ed evitare uno spareggio. Nessuno lo sa ancora, ma nessuna di queste due partite verrà disputata.
Capire com’è cambiato il calcio italiano, guardando Rafael Tolói
Scorrendo la classifica degli assist di questa stagione di Serie A, tra la solita infornata di centrocampisti e attaccanti, emerge a un tratto un nome inaspettato: Rafael Tolói. Ha 29 anni, la sua famiglia è di origine trevigiana, ma lui è nato e cresciuto a Glória d’Oeste, nel Mato Grosso. E gioca difensore centrale, ecco perché sembra quasi incredibile che a metà campionato abbia già messo a segno cinque assist: tanti quanti due dei migliori registi del campionato, Marcelo Brozović e Sergei Milinković-Savić; più di Paulo Dybala, Lorenzo Insigne e Federico Chiesa; solo due in meno del romanista Lorenzo Pellegrini o del Papu Gómez, compagno di Tolói all’Atalanta e secondo in questa classifica.
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Elogio della pazienza: il Lecce 2003-04
“La pazienza è la più eroica delle virtù giusto perché non ha nessuna apparenza d’eroico.” – Giacomo Leopardi
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Il calcio italiano a Piazza Fontana
“Dov’è scritto che un calciatore non debba avere idee?” – Paolo Sollier
Bora a Udine
A Trieste, la gente ha una certa conoscenza della bora, il forte vento che arriva dai Balcani e spazza la città, il porto, il mare. Appena un poco più a nord, a Udine, la bora non arriva. Ci arrivò, invece, nell’autunno del 1987, Bora, che allora era poco più che un bizzarro personaggio delle panchine di calcio.