La scomparsa di Joe Gaetjens

Quando Joe Gaetjens rientrò ad Haiti, fu accolto con grande calore dai suoi connazionali. Per chi amava il calcio – e non erano pochi, nel paese – era una sorta di idolo: il primo calciatore haitiano ad avere segnato un gol ai Mondiali, peraltro decisivo per infliggere una storica sconfitta all’Inghilterra. Aveva quasi 30 anni, e mancava dall’isola da sette, durante i quali aveva conquistato una fama che nessun altro calciatore aveva mai ottenuto, e tra gli sportivi solo il leggendario Silvio Cator – l’eccezionale lunghista che nel 1928 vinse un argento olimpico e stabilì il record del mondo – era stato più famoso di lui. Dopo le avventure all’estero, che lo avevano condotto anche in Europa, Gaetjens era tornato a casa per chiudere la carriera da giocatore e metter su famiglia, ma trovò un paese molto diverso rispetto a quello che aveva lasciato.

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Sanon e i sogni di Haiti

L’evento simbolo di una carriera si compì pochi istanti dopo il fischio d’avvio del secondo tempo, quando un’improvvisa verticalizzazione colse impreparata la difesa dell’Italia. Luciano Spinosi gli si gettò addosso con le mani, perché era troppo lento per stargli appresso, e Sanon se lo trascinò dietro fin quasi a farlo cadere, entrò in area e battè Zoff in uscita. Il portiere della Juventus non prendeva gol da 1.142 minuti in partite internazionali con la maglia azzurra: ci si domandava quale fenomeno avrebbe posto fine al suo record, e invece arrivò un 22enne ragazzo nero dai sobborghi di Port-au-Prince.

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