Tito contro la Torcida

La mattina del 29 ottobre 1950, la quiete della soleggiata città costiera di Spalato venne scossa dall’improvviso arrivo in città di un centinaio di studenti chiassosi come non se n’erano mai visti. Erano appena scesi alla stazione da un treno proveniente da Zagabria, e stavano attraversando la città diretti verso lo stadio Stari Plac suonando trombe, campanelli e sonagli e fischiando rumorosamente. Il loro passaggio si fece particolarmente sentire sotto le finestre di un hotel del centro, dove era alloggiata la Stella Rossa di Belgrado, ospite a Spalato in vista della partita che si sarebbe dovuta giocare di lì a poco contro la squadra locale, l’Hajduk. Questo gruppo di scalmanati portava bandiere con il bianco tipico della formazione dalmata, e rappresentava qualcosa di mai visto nel calcio balcanico. Gli studenti croati si facevano chiamare con un esotico nome portoghese, Torcida.

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La guerra nei Balcani non cominciò al Maksimir

È una storia che abbiamo letto spesso: 13 maggio 1990, stadio Maksimir, la Dinamo Zagabria ospita la Stella Rossa di Belgrado in un match fondamentale in ottica scudetto. La tensione è alta, non solo per motivi sportivi, e alla fine esplode in scontri che arrivano anche in campo; un calciatore della squadra di casa, il 21enne Zvonimir Boban, colpisce con un calcio un poliziotto che sta aggredendo un tifoso. Un fotografo è lì e scatta la foto del momento. La Jugoslavia si dissolverà nel turbinio delle guerre civili, e la battaglia del Maksimir diverrà nota come la bomba che fece esplodere il paese.

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La Croazia e quel discorso in sospeso con la Storia

“Dovete capire una cosa sulla gente croata. Dopo tutto quello che ci è successo, dopo la guerra, siamo più forti. Quello che abbiamo passato è stato molto duro. Oggi siamo persone difficili da rompere. E siamo determinati nel dimostrare che possiamo raggiungere il successo.” – Luka Modric

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