Arabia Saudita: la costruzione di una tradizione calcistica

Nell’estate del 1978, un Concorde atterrò a Riad, facendone scendere un 32enne mulatto dai capelli scompigliati e con un vistoso paio di baffi senza tempo: una folla era venuta a salutarlo come si sarebbe fatto con una star del cinema, solo per vederlo di sfuggita salire su una Rolls Royce e sfilare per le vie della città, diretto in uno dei nuovi lussuosissimi hotel. Fu un evento destinato a cambiare per sempre la storia del calcio arabo: era appena arrivato Roberto Rivellino.

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Come la politica del Golfo influenza il calcio europeo

Sembrava tutto fatto: Mohammad bin Salman Al Sa’ud, principe ereditario dell’Arabia Saudita, era a un passo dall’acquistare il Newcastle United da Mike Ashley. Un’operazione che avrebbe fatto del club del North-East una delle società di calcio più ricche al mondo. Invece, il passaggio di proprietà è sfumato, e secondo diverse fonti dietro questo intoppo ci sarebbero gli evidenti riflessi della politica del Golfo Persico sul mondo del calcio europeo.

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L’ipocrisia della Supercoppa a Jeddah (e di chi la critica)

La stampa nazionale l’ha descritta come una decisione storica, anche se non si tratta della prima volta che la Supercoppa Italiana si disputa all’estero (in effetti, è la nona): Juventus – Milan, il 16 gennaio 2019, vedrà l’esordio del calcio italiano – almeno a livello di partite ufficiali – in Arabia Saudita.

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