Il 5 dicembre 1976, poco più di un anno dopo la morte di Franco e la caduta del regime, Ignacio Kortabarria e José Ángel Iribar – i capitani rispettivamente della Real Sociedad e dell’Athletic Club – entravano allo stadio Atocha di San Sebastián reggendo in mano una ikurriña. La bandiera basca era stata messa fuori legge ai tempi della dittatura, e sebbene la Spagna avesse appena intrapreso la transizione verso la democrazia, essa era ancora formalmente considerata fuori legge. La decisione di portarla in campo era stata presa di comune accordo dai giocatori delle due squadre, che ne avevano discusso appena prima del calcio d’inizio, ma i giocatori dell’Athletic si erano in realtà limitati a dare il loro assenso alla proposta fatta da quelli della Real, che avevano procurato la bandiera. La segretezza era necessaria per evitare qualsiasi tipo di opposizione o di censura, anch’essa formalmente in vigore nel paese – tanto che, nei giorni seguenti, praticamente nessun quotidiano diede risalto al gesto dei calciatori baschi.
Continua a leggere “Kortabarria disse di no”Tag: Spagna
Dove riposa Bebel García, che combatté per la libertà
San Amaro è il cimitero storico di La Coruña, e sorge in un luogo insolitamente suggestivo per un camposanto, proprio a ridosso della Ría da Coruña, un estuario del Golfo Ártabro bagnato dalle acque dell’Atlantico. Tante figure che hanno scritto pagine importanti della storia della città galiziana sono sepolte lì, in tombe dalle forme raffinate coi nomi in bella vista. Ma tante altre giaciono in quel terreno senza lapidi o altre indicazioni a ricordarle: sarebbero circa 250 i corpi sconosciuti, seppelliti in una delle zone periferiche del cimitero, in quella che è probabilmente la più grande fosse comune dei franchisti in tutta la Galizia. A scoprirla, all’inizio dell’ottobre 2024, è stato uno storico locale di nome Rubem Centeno, che ha aggiunto un ulteriore dettaglio: tra quei cadaveri mischiati e dimenticati c’è anche quello di Bebel García, un giovane calciatore e militante socialista divenuto un eroe della causa antifascista spagnola e del Deportivo La Coruña.
Continua a leggere “Dove riposa Bebel García, che combatté per la libertà”La conquista della maglia del Barcellona da parte degli sponsor
Continua a leggere “La conquista della maglia del Barcellona da parte degli sponsor”“Questo è un accordo con un’anima, la Champions a livello sociale.” – Joan Laporta
L’allenatore e il giornalista nazista: quando Radomir Antić si scontrò con Hermann Tertsch
“Si sa che Hermann Tertsch è una nazista da tutta la vita”. Con queste parole, pubblicate nel settembre del 1995 sul magazine di El Mundo, la stagione calcistica spagnola si apre con un caso clamoroso. L’autore è uno degli uomini del momento nella Liga, intervistato per l’occasione dalla giornalista Carmen Rigalt: si chiama Radomir Antić, è uno jugoslavo della Vojvodina di 44 anni, e in estate ha assunto l’incarico di allenatore dell’Atlético Madrid, una nobile decaduta del calcio iberico ansiosa di tornare tra i grandi. L’oggetto del commento – il “nazista” – si chiama appunto Hermann Tertsch ed è uno dei più noti giornalisti di Spagna: ha solo 37 anni, ma da anni lavora per le principali testate del paese ed è diventato uno degli inviati più stimati e attenti della cronaca internazionale, e da qualche tempo è la firma di El País dal teatro balcanico, dove sta seguendo la sanguinosa guerra civile locale.
Continua a leggere “L’allenatore e il giornalista nazista: quando Radomir Antić si scontrò con Hermann Tertsch”Hiddink contro i nazisti
Il 9 febbraio 1992 si scrive una piccola ma significativa pagina della storia del calcio in Spagna. Allo stadio Lluís Casanova di Valencia si gioca una partita di metà campionato tra la squadra di casa, terza in classifica, e la sorpresa Albacete, neopromossa e quinta nella Liga, imbattuta da undici partite. Ma la storia dell’incontro non la fa tanto quel che succede in campo dopo il fischio d’inizio, ma bensì quando avviene oltre i bordi del rettangolo verde giusto prima del via. L’allenatore del Valencia, un 45enne olandese di nome Guus Hiddink, si avvicina a un membro del personale dello stadio durante il riscaldamento e gli indica un punto ai limiti del campo, oltre il fallo laterale, dove ci sono le transenne che separano i tifosi ospiti dal prato. “Togliete subito quella cosa, se no non si gioca” dice secco Hiddink. Quella cosa è una bandiera con una svastica.
Continua a leggere “Hiddink contro i nazisti”Perico Escobal, il capitano repubblicano del Real Madrid
Ci sono i Mondiali in Corea e Giappone, e ci sono gli Stati Uniti che stanno sorprendendo tutti nel torneo, arrivando infine allo storico risultato dei quarti di finale. C’è poi un cadavere, abbandonato da qualche parte in una cella frigorifera di un obitorio dell’Upper West Side di Manhattan, di cui nessuno si è occupato. Nessuno è venuto a piangerlo o a reclamarlo per le esequie funebri, a cui dovrà pensare quindi l’amministrazione cittadina. Non è uno di quei senzatetto di cui la città è drammaticamente strapiena, ma un signore distinto, mancato nel fiore dei suoi 99 anni, un immigrato che però ha vissuto per più di metà della sua vita a New York. Tre anni fa è morta sua moglie, e non gli è rimasto più nessuno. Alcuni dicono fosse stato un calciatore, in un tempo molto lontano. Lui raccontava più che altro di essere un esule, scappato da morte certa.
Continua a leggere “Perico Escobal, il capitano repubblicano del Real Madrid”1979, il primo sciopero del calcio spagnolo
“Suspendido” scandisce più volte, come un mantra, la voce iconica di José María García ai microfoni di Cadena SER. È la giornata di campionato più surreale nei settant’anni di storia della Liga: nessuno ha giocato, nessuno è sceso in campo. La Spagna è stranita e in subbuglio, i media si dividono tra il condannare e l’approvare quanto sta succedendo. È il 4 marzo 1979, e la giovane democrazia iberica sta affrontando una serie di sfide che potrebbero segnarne il futuro: tre giorni prima i cittadini si sono recati a votare per la prima volta con la nuova Costituzione, dopo quarant’anni di dittatura. E adesso, il paese si trova di fronte anche a qualcosa che nessuno si poteva aspettare: il primo sciopero del calcio.
Continua a leggere “1979, il primo sciopero del calcio spagnolo”CE Júpiter, la squadra degli anarchici che sfidò i fascisti
Continua a leggere “CE Júpiter, la squadra degli anarchici che sfidò i fascisti”“Possa Dio punire l’Inghilterra! Non per ragioni nazionalistiche, ma perché gli inglesi hanno inventato il calcio!”
Freie Arbeiter Union Deutschlands, 1921
Herrera, il mago anarchico
Non sapremo mai se lui avvertisse una qualche contraddizione, anche solo un piccolo fastidio, sapendo che stava per andare a lavorare per uno dei più ricchi imprenditori italiani. Possiamo immaginare che avesse ormai da tempo imparato a separare l’esigenza di una carriera felice e di successo dal suo retroterra politico, che infatti rimase sempre piuttosto segreto. Nell’estate del 1960, Helenio Herrera Gavilán atterrava a Milano per andare ad allenare l’Inter, apprestandosi a dare vita a una delle più grandi squadre di tutti i tempi. Sarebbe stata una strada lunga e tortuosa, che l’avrebbe costretto a rivedere molti dei suoi principi di gioco, ma ormai il Mago aveva imparato che la vita è fatta di compromessi. Non male, comunque, per il figlio di un immigrato anarchico in esilio in un altro continente.
Continua a leggere “Herrera, il mago anarchico”Peter Lim presenta: il Gran Circo di Valencia
L’aneddoto che racconta meglio di tutti il Valencia attuale è quello che è avvenuto al Mestalla lo scorso 30 aprile, quando il pubblico di casa ha iniziato a rivolgere un inequivocabile coro contro il proprietario – “Vattene!” – per poi ricevere l’inaspettata risposta dei tifosi ospiti, sostenitori dei rivali cittadini del Levante: “No, resta!”. Il proprietario in questione è ovviamente Peter Lim, uno degli uomini più ricchi al mondo – e il 15° più ricco di Singapore – e senza ombra di dubbio il proprietario più odiato del calcio mondiale.
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