Continua a leggere “Fenomenologia delle multiproprietà del calcio”“Il potere, nel mondo di Case, significava potere corporativo. Le zaibatsu, le multinazionali che hanno plasmato il corso della storia umana, avevano trasceso le vecchie barriere.”
William Gibson
Categoria: Extra
E se la NATO dominasse il calcio?
Per chiunque si interessi di storia arriva, prima o poi, quel momento in cui ci si vuole confrontare con la sensuale perversione dell’ucronia. Ecco, quella che state per leggere è una provocazione ucronica tra calcio e politica. Spesso si leggono articoli che fantasticano su “come sarebbe la Nazionale dell’URSS oggi”, o quella della Jugoslavia, o della Cecoslovacchia, o della Germania Est; ma perché non pensare invece a una Nazionale della NATO (organizzazione peraltro tornata di moda nell’ultimo periodo, dopo aver rischiato di finire quasi dimenticata)?
Continua a leggere “E se la NATO dominasse il calcio?”Perché la guerra tra Russia e Ucraina non cambierà la politica del calcio
Non è stata la prima volta che il calcio si è intersecato con la guerra. Non è stata la prima volta che dei calciatori si sono espressi pubblicamente su questioni politiche. Eppure lo sentiamo che questa è stata una prima volta: l’invasione russa dell’Ucraina ha scatenato una serie di reazioni forti e inaspettate non solo nell’opinione pubblica, ma anche nel comportamento degli stati e delle organizzazioni internazionali. Le sanzioni sul settore energetico e quelle contro gli oligarchi, le multinazionali che abbandonano la Russia, le grandi associazioni sportive che espellono le federazioni russe, i club che prendono le distanze da certi sponsor, il Chelsea messo all’angolo. Qualcuno potrebbe chiamarla addirittura una rivoluzione, ma in realtà – purtroppo – non lo sarà.
Continua a leggere “Perché la guerra tra Russia e Ucraina non cambierà la politica del calcio”Il calcio nei bairros portoghesi di Rafael Leão
Almada guarda in faccia Lisbona, dall’altro lato del Tago; alle sue spalle, scendendo nell’entroterra verso sud, sulla strada per Setúbal, si entra nei quartieri più periferici e poveri della capitale portoghese: Jamaica, Princesa, Cucena, i bairros della zona di Seixal, dove peraltro sorge l’importante scuola calcio del Benfica. Quartieri molto popolosi, a forte immigrazione, spesso degradati, che sono alcune delle zone socialmente più problematiche del Portogallo. È questo lo scenario che ha dato i natali a Rafael Alexandre da Conceição Leão, nato proprio ad Almada nel 1999 ma cresciuto di fatto a Jamaica, e che oggi gioca come attaccante nel Milan.
Continua a leggere “Il calcio nei bairros portoghesi di Rafael Leão”Il calcio ha un problema con gli stupri | Note aggiuntive
Nelle scorse settimane è uscito un articolo del sottoscritto su Valigia Blu che analizzava il problema della cultura dello stupro nel calcio, partendo dal caso di Greta Beccaglia e andando a toccare altri episodi noti, come le accuse di stupro contro Cristiano Ronaldo e Robinho. Il focus era in particolare sull’ambito italiano e su come i media trattano generalmente questo genere di notizie. La questione della cultura dello stupro nel mondo del calcio è però molto più ampia e profonda, ed è un problema purtroppo più serio di quello dello sguardo giornalistico. Per questo necessitava un ulteriore approfondimento.
Continua a leggere “Il calcio ha un problema con gli stupri | Note aggiuntive”Non c’è mai stato nulla di divertente in Massimo Ferrero
Bene o male, il mondo dei media italiani sembra essersi accorto che Massimo Ferrero è un delinquente. Alla buon’ora, verrebbe da dire. L’arresto avvenuto in settimana ha costretto tutti a parlare degli affari sporchi del proprietario della Sampdoria, imprenditore immerso nei debiti e già accusato di sottrarre soldi alle casse del club per coprire le perdite delle sue altre aziende. Verrebbe da chiedersi perché non ce ne si è resi conto prima, visto che letteralmente lo stesso giorno in cui acquistava la Samp (12 giugno 2014) patteggiava un anno e dieci mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta. In questi sette anni nel calcio, che lo hanno portato da un relativo anonimato alla ribalta nazionale, è stato coccolato acriticamente dalla stampa e dalle televisioni, bisognosi delle sue bizzarre trovate necessarie a catalizzare l’attenzione del pubblico.
Continua a leggere “Non c’è mai stato nulla di divertente in Massimo Ferrero”Pablo Escobar Football Club
Per arrivare al campo da gioco, bisognava farsi trovare a Medellín. Lì arrivava un’auto blindata a recuperarti, di quelle coi finestrini scuri e robusti figuri armati alla guida. L’automobile attraversava la città diretta a sud, tagliando a metà il barrio di Envigado e iniziando a salire su per sentieri di montagna, fino a raggiungere una cima sovrastata da una villa bassa, affiancata da un campo da calcio recintato. Tutta la struttura era stracolma di guardie: arrivando lì, Diego Armando Maradona si domandò se non fosse stato arrestato da qualche corpo di polizia segreta colombiano. Gli spiegarono che il posto era davvero una prigione, costruita per una persona sola, la stessa che lo pagava per venire lì a giocare. Tutti chiamavano quell’eremo La Catedral.
Continua a leggere “Pablo Escobar Football Club”“Si gioca dove si vive”: Evo Morales contro la FIFA
Continua a leggere ““Si gioca dove si vive”: Evo Morales contro la FIFA”“Il segreto del calcio è l’unità, e in molti casi ci permette di dimenticare per un po’ i problemi sociali e politici.”
Evo Morales
Afghanistan: calcio, uomini e donne all’ombra dei Talebani
Continua a leggere “Afghanistan: calcio, uomini e donne all’ombra dei Talebani”“È straziante. Dopo vent’anni che tentiamo di uscire da tutto lo schifo che è successo, ora siamo punto a capo. È sconvolgente.”
Nadia Nadim
Perón, il calcio come politica
Al momento dell’inaugurazione, il 3 settembre 1950, il nuovo stadio di Avellaneda era uno dei più grandi e moderni d’Argentina, con una capienza di ben 60.000 spettatori. Quando erano iniziati i lavori, quattro anni prima, la squadra di cui sarebbe presto divenuto la casa, il Racing Club, era in lotta per tornare al vertice del calcio nazionale, in quel momento occupato dalla Maquina del River Plate. Per via della sua forma, a base rotonda ma dalle pareti molto alte, la gente del posto prese subito a chiamarlo El Cilindro; ma il suo vero nome era Estadio Juan Domingo Perón, il nome del presidente in carica dell’Argentina, l’uomo grazie a cui quell’edificio era stato costruito.
Continua a leggere “Perón, il calcio come politica”