Fredda domenica di gennaio. Il Genoa riceve in casa, per la prima volta nella stagione, il Torino. I granata sono i campioni in carica e, adesso, di nuovo primi in Serie A, mentre quella di casa è un’onesta squadra di metà classifica. Anche se tra le mura amiche il Genoa è un avversario molto ostico: in stagione ha bloccato sullo 0-0 l’Inter, battuto 1-0 la Juventus, e umiliato la Roma per 3-0. Li allena una leggenda come William Garbutt, che tra gli anni Dieci e Venti ha portato i rossoblù a vincere tre scudetti, e in campo c’è un terzetto sudamericano temibile: il mediano Miguel Ortega dal Paraguay, e in avanti gli argentini José Macrì e soprattutto Juan Carlos Verdeal. Sugli spalti di Marassi, invece, tra la folla c’è un uomo distinto di nome Giuseppe De André, assieme ai suoi due figli, Mauro, di 10 anni, e Fabrizio, di 6.
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1898: Il calcio a Torino, i morti a Milano
È un solare e fresco giorno di primavera come tanti altri, l’8 maggio a Torino. Se non fosse che una discreta folla si è riunita al Velodromo intitolato al re Umberto I per assistere a un quadrangolare di questo sport nuovo arrivato dall’Inghilterra e che affascina molto i piemontesi. Meno di un mese prima è stata fondata la Federazione Italiana del Football, che ha subito deciso di organizzare il torneo il cui vincitore si potrà fregiare del titolo di campione d’Italia 1898.
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