Venezia – Palermo, sola andata

Era una mattina dell’estate del 2002: i primi Mondiali asiatici si erano appena conclusi, Ronaldo stava per lasciare l’Italia in direzione Madrid, e l’aria di Pergine Valsugana, a due passi da Trento, era un perfetto toccasana per chi era abituato all’afa della Laguna. Gianfranco Bellotto era appena stato chiamato sulla panchina del Venezia, club fresco di retrocessione dalla Serie A, e in cui il tecnico era già stato un paio di volte negli anni Novanta. La sua impressione, valutando la rosa a disposizione, era che con un po’ di lavoro si potesse lottare per la promozione. Lo pensò fino a che, quella mattina, non arrivò al ritiro un pullman, da cui scese un signore che iniziò a scandire una lista di nomi: Generoso Rossi, Fábio Bilica, Kewullay Conteh, Francesco Modesto, Valentino Lai, Stefano Morrone, Frank Ongfiang, Antonio Marasco, Mario Alberto Santana, Evans Soligo, Arturo Di Napoli, Filippo Maniero. Tutti sul pullman, destinazione Longarone, dove c’era il ritiro della loro nuova squadra, il Palermo.

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