Boban e il nazionalismo

Il calcio più famoso e decisivo della storia sportiva di Zvonimir Boban è stato dato il 13 maggio 1990, non a un pallone ma a un poliziotto. È una storia che chiunque si interessi di sport e politica, o dei Balcani, ha sentito molte volte: la Battaglia del Maksimir, quando i tifosi della Dinamo Zagabria e della Stella Rossa di Belgrado si scontrano nello stadio della capitale croata, causando l’intervento della polizia. Nel tumulto, il 21enne capitano della Dinamo scorge un poliziotto che sta picchiando un tifoso della sua squadra, e interviene in suo soccorso. Un fotografo, con tempismo sensazionale, coglie quell’attimo, destinato a fare la Storia. Per molti, rappresenta l’incarnazione stessa delle guerre jugoslave e della lotta indipendentista croata. È talmente iconico da essere stato trasfigurato in un celebre murale che si può ammirare oggi tra le vie di Zagabria. E ha fatto di Boban l’eroe nazionale di cui la Croazia aveva bisogno.

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La guerra nei Balcani non cominciò al Maksimir

È una storia che abbiamo letto spesso: 13 maggio 1990, stadio Maksimir, la Dinamo Zagabria ospita la Stella Rossa di Belgrado in un match fondamentale in ottica scudetto. La tensione è alta, non solo per motivi sportivi, e alla fine esplode in scontri che arrivano anche in campo; un calciatore della squadra di casa, il 21enne Zvonimir Boban, colpisce con un calcio un poliziotto che sta aggredendo un tifoso. Un fotografo è lì e scatta la foto del momento. La Jugoslavia si dissolverà nel turbinio delle guerre civili, e la battaglia del Maksimir diverrà nota come la bomba che fece esplodere il paese.

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Oltre i sette scudetti consecutivi

“Abbiamo superato la più grande Juventus di tutti i tempi.” – John Elkann

I cicli sono destinati a finire, prima o poi. È solo che quel prima o poi è abbastanza opinabile, come dimostra la Juventus, che continua a non dare segni di cedimento nella sua rotta verso quello che sarebbe l’ottavo titolo consecutivo. Nei grandi campionati europei, nessuna squadra era mai stata così dominante, per meriti suoi o demeriti altrui. Nell’attesa che gli avversari storici dei bianconeri riescano a svegliarsi dal loro torpore e a restituire un po’ di alternanza in vetta alla Serie A, possiamo pensare a quei pochi cicli più lunghi – per il momento – di quello attuale della Juve. Continua a leggere “Oltre i sette scudetti consecutivi”