Il momento non è che sia proprio uno dei migliori, con la squadra che è retrocessa pochi mesi prima in seconda divisione, però il pubblico non manca mai al Wilhelm-Koch-Stadion. La speranza è di poter riconquistare subito un posto in Bundesliga, ma in realtà i risultati sportivi in questa zona un tempo malfamata di Amburgo sono solo un corredo a tutto il resto. Nel decennio precedente, sugli spalti di questo stadio si è andato formando un agguerrito gruppo di tifosi che oscillava dalle formazioni politiche dell’estrema sinistra al movimento punk. Sono stati i primi in Germania a cacciare i tifosi di destra dagli spalti; in pochi anni si è passati da poco più di un migliaio di persone presenti fino ad avere regolarmente quasi il tutto esaurito. Ecco perché la notizia sconquassa l’ambiente come un terremoto: lo stadio del St. Pauli è dedicato a un nazista.
Continua a leggere “Il nazista del St. Pauli”Autore: Valerio Moggia
La vera storia di Cristiano Ronaldo e della Palestina
“Un veto politico”. Così lo ha definito uno che di interferenze tra calcio e politica se ne intende parecchio, Recep Erdoğan. Parlando all’Università Atatürk di Erzurum a fine dicembre, il Presidente turco ha sostenuto che il Portogallo avrebbe tenuto in panchina Cristiano Ronaldo ai Mondiali in Qatar per la sua vicinanza alla causa palestinese. Non ha aggiunto altro, per cui non sappiamo da chi sarebbe venuto questo veto e perché avrebbe colpito il solo Ronaldo, mentre i giocatori marocchini hanno potuto mostrare la bandiera palestinese innumerevoli volte senza la minima ripercussione. E così questa sembra la solita sparata di un politico autoritario ma visceralmente appassionato di calcio, un mondo che però lo ha spesso respinto. Eppure a molti è suonato più di un campanello: Ronaldo, in effetti, sta notoriamente dalla parte dei palestinesi. Vero?
Continua a leggere “La vera storia di Cristiano Ronaldo e della Palestina”Iniziò tutto con lui
Una delle domande che in questi anni mi sono state poste più spesso è perché ho iniziato a scrivere di calcio e politica. E ogni volta cerco di dare una spiegazione colta, un po’ intellettuale, parlando di storia o di attualità, citando episodi più o meno noti. Quando in realtà la vera risposta è più semplice, più emozionale e personale: ho iniziato a scrivere di calcio e politica grazie a Pelé. Certo, non c’è bisogno di ricordare come in realtà, politicamente, Pelé fosse molto ambiguo. Ma a volte la realtà non è tutto ciò che conta, specialmente quando sei un ragazzino e ti trovi davanti al televisore, e in tv danno Fuga per la vittoria.
Continua a leggere “Iniziò tutto con lui”Il pallone nelle mani di Macron
“È una pessima idea politicizzare lo sport”. È iniziato così, con queste parole, il Mondiale di Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica francese, parlando a margine di un incontro avvenuto a Bangkok il 17 novembre, tre giorni prima del calcio d’inizio del torneo. Ed è finito con lui in campo, un mese e un giorno dopo, a consolare Kylian Mbappé dopo la finale persa, e subito dopo negli spogliatoi a dire ai giocatori della Francia di essere orgogliosi per aver fatto sognare milioni di loro connazionali. Un video, per intenderci, che è stato reso pubblico dallo stesso Macron sui propri canali social ufficiali. Oggi, il Presidente francese rappresenta meglio di tutti l’ipocrisia dei politici che parlano di sport.
Continua a leggere “Il pallone nelle mani di Macron”Quel che resta di Qatar 2022
Siamo arrivati alla fine, forse in maniera meno tranquilla di quanto tutti – Qatar e FIFA in primis – avrebbero creduto. I Mondiali più discussi di sempre sono scivolati via non senza polemiche, specialmente nei primi giorni. E qualcuno potrebbe storcere il naso e dire, una volta di più, che non è stato abbastanza, ma guardiamo in faccia la realtà: il poco che è successo è comunque più di quanto si sia mai visto in precedenza. Qatar 2022 è stato forse il Mondiale più politico di sempre.
Continua a leggere “Quel che resta di Qatar 2022”2003, la scoperta del calcio in Qatar
Quando atterrò all’Aeroporto Internazionale di Doha, Gabriel Omar Batistuta probabilmente non ci pensava nemmeno al fatto di essere un pioniere, di stare scrivendo la Storia. Pensava piuttosto al contratto su cui aveva apposto la propria firma: 8 milioni di dollari in due anni dall’Al-Arabi, poco meno di quanto l’Arsenal offriva a Patrick Vieira, uno dei più forti centrocampisti al mondo. Batistuta grande lo era stato, ma la sua ultima stagione, tra Roma e Inter, aveva messo in luce come a 34 anni non fosse più un giocatore al livello della Serie A. Sarebbe potuto tornare romanticamente in Argentina, o avrebbe potuto cercare un buon contratto in Giappone o negli Stati Uniti, e invece aveva scelto il Qatar.
Continua a leggere “2003, la scoperta del calcio in Qatar”Il caso Portanova
Da qualche mese, uno dei temi che maggiormente ha fatto discutere sul profilo Twitter di Pallonate in Faccia è l’accusa di stupro ai danni di Manolo Portanova, 22enne centrocampista del Genoa. Il processo è ancora in atto, e la sentenza di primo grado dovrebbe arrivare il 6 dicembre (dopodiché probabilmente una delle parti ricorrerà in appello), ma il caso sta creando polemica anche per la decisione del Genoa di continuare a schierare il giocatore in campo, a differenza di quanto avvenuto in Inghilterra con i casi di Benjamin Mendy e Mason Greenwood. Molti dei discorsi fatti in merito a questo caso risentono innanzitutto di una mancanza di informazione su ciò che è successo. Per cui, proviamo a capire di cosa stiamo parlando e quali sono i fatti.
Continua a leggere “Il caso Portanova”Domande scottanti e risposte veloci su Qatar 2022
I Mondiali in Qatar sono iniziati da una settimana, e si è già fatto il pieno di polemiche (fortunatamente). Tuttavia dai confronti sui social sono emersi alcuni temi e domande che forse meritano una risposta, che ovviamente non è LA RISPOSTA – nel suo senso assoluto e definitivo – ma solo un’opinione del sottoscritto su quanto sta avvenendo e su legittimi dubbi o questioni attorno a Qatar 2022. Un tentativo di fare un ragionamento coerente in merito ad alcune critiche rivolte a chi – calciatori in primis, ma non solo – ha denunciato i problemi sociali del Qatar e del torneo.
Continua a leggere “Domande scottanti e risposte veloci su Qatar 2022”La Coppa del Morto: la timeline dei Mondiali della Vergogna di Qatar 2022
Iniziano oggi, i Mondiali della Vergogna della mia generazione. Corruzione, sfruttamento, morti, violazioni dei diritti umani, sportwashing e, infine, le partite, come la miglior tradizione vuole. Negli ultimi anni, buona parte dell’attività di ricerca e divulgazione del sottoscritto è stata orientata ad approfondire quanto stava accadendo in Qatar, e molto di quel lavoro è poi confluito in un libro, La Coppa del Morto. Storia di un Mondiale che non dovrebbe esistere, pubblicato da Ultra Sport a fine settembre. Molto ma non tutto, perché ho consegnato il manoscritto all’editore che era maggio, e nei sei mesi successivi altre cose sono successe attorno al Mondiale, che ovviamente nel libro non ci sono. Prendete quello che segue come un compendio, se volete, o un riassunto di tutto quanto è successo dietro al torneo, in una serie di appunti che attraversano oltre dieci anni di storia del calcio e, parallelamente, anche della società in cui viviamo. Buona Coppa del Mondo.
Continua a leggere “La Coppa del Morto: la timeline dei Mondiali della Vergogna di Qatar 2022”Belounis, una storia di calcio e kafala in Qatar
L’Île-de-France è un nazione nella nazione, quell’area geopolitica che abbraccia Parigi e che da sola produce probabilmente più calciatori di talento di qualunque altra zona della Francia e alla pari di tanti veri e propri stati europei. Talmente tanti calciatori che non tutti riescono a sfondare in patria, e devono cercare fortuna all’estero, a volte anche in campionati di secondo piano. Inizia così il girovagare di Zahir Belounis, attaccante di origine algerina nato e cresciuto a Saint-Maur-des-Fossés – in una cittadina in cui circa il 15% della popolazione, quando lui era ragazzo, era composto da immigrati – che all’inizio degli anni Duemila ha iniziato a viaggiare tra le serie minori transalpine, poi in Malesia, Svizzera e infine Qatar. Si dice talvolta che il sogno di ogni nomade moderno sia la vita tranquilla dello stanziale: Belounis, in Qatar, finì per trovarsi costretto a rimanere.
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