Il primo Mondiale per Club con la nuova formula si è concluso poche settimane fa, e ancora non si è capito se sia stato un successo o un flop. Dal punto di vista degli spettatori, sarebbe certamente superficiale dire che non è stato visto da nessuno: al netto di molte partite con stadi in gran parte vuoti, specialmente nella fase a gironi (il record negativo sono state le 3.400 presenze di Ulsan Hyundai-Mamelodi Sundowns del 17 giugno a Orlando), spesso gli stadi si sono rivelati pieni o quasi (nelle tre partite conclusive non si è mai scesi sotto i 70.000 spettatori, più di quelli presenti all’ultima finale di Champions League a Monaco di Baviera). Motivo per cui oggi il principale ostacolo a una seconda edizione del torneo non è tanto l’interesse relativo del pubblico, quanto la battaglia sindacale minacciata (e in parte già incominciata) dai calciatori.
Continua a leggere “FIFA vs FIFPro: la battaglia sindacale che potrebbe decidere i futuri equilibri del calcio”Tag: Mondiale per Club
La Juve da Trump è (purtroppo) un pezzo di Storia
Le foto della Juventus nello Studio Ovale, a fare da tappezzeria alla propaganda di Donald Trump, faranno purtroppo la Storia. Rimarranno come un tragico documento dei rapporti tra calcio e politica – ma potremmo anche dire sportwashing, anche se per una volta riguarda un paese occidentale – in uno dei momenti più tetri della nostra società. Possiamo discutere a lungo su chi abbia organizzato l’incontro, su chi era d’accordo e su chi era contrario, ma quelle foto resteranno, oscurando ogni altro discorso: nel giugno 2025, la Juventus si è prestata a un teatrino politico di Trump, tra discorsi bellicisti verso l’Iran e rivendicazioni di leggi discriminatorie che riguardano anche lo sport. Il tutto, nel già disagevole contesto di un Mondiale per Club che si gioca in un paese in accelerata fase di fascistizzazione.
Continua a leggere “La Juve da Trump è (purtroppo) un pezzo di Storia”Perché è giusto che i calciatori scioperino
Per adesso è solo una voce, ma il fatto che a confermarla siano stati alcuni dei più importanti calciatori al mondo la rende abbastanza rilevante: se FIFA e UEFA non faranno marcia indietro sull’aumento delle partite stagionali, i giocatori potrebbero entrare in sciopero. Sotto accusa c’è soprattutto il nuovo Mondiale per Club (che è già in causa legale con FIFPro, il sindacato internazionale dei giocatori), ma pure il rinnovato format della Champions League è oggetto di critiche. Più partite significano più soldi per i club, e ancor di più per le grandi organizzazioni internazionali (FIFA e UEFA), ma l’aumento del numero di partite comporta anche rischi per la salute dei giocatori, che sono maggiormente soggetti a infortuni, oltre che a maggiore stress psicologico. Già questo dovrebbe bastare a capire perché uno sciopero sarebbe necessario: da un lato c’è chi prende decisioni unilaterali per accrescere i propri guadagni; dall’altro chi subisce queste decisioni e ci rimette in salute. Eppure non pochi tifosi, in questa diatriba, sembrano propendere maggiormente per la parte delle società invece che per quella dei calciatori.
Continua a leggere “Perché è giusto che i calciatori scioperino”Il Mondiale per Club non è più un affare Europa-Sudamerica
Per 45 anni, il trono del calcio mondiale è stato condiviso tra club di Europa e Sudamerica, come se nessun’altro giocasse al pallone nel resto del pianeta. E, a guardare l’albo d’oro dei Mondiali – quelli con le nazionali – non sembrava così falso: messo da parte il terzo posto degli Stati Uniti nel 1930 – in un Mondiale rimaneggiato, con pochissime europee – la Corea del Sud di Guus Hiddink nel 2002 è stata l’unica squadra non euro-americana a salire sul podio della Coppa del Mondo. Eppure solo tre anni dopo quel risultato, la Fifa metteva le sue mani sulla vecchia Coppa Intercontinentale e decideva di aprirla ai club di ogni angolo del mondo. Continua a leggere “Il Mondiale per Club non è più un affare Europa-Sudamerica”